CUBRE, Irrationalis
“Cambio di vita” per i Cubre, che nel recentissimo Irrationalis sfoggiano alcune importanti novità, a cominciare dai testi in italiano, la più importante del lotto e di sicuro quella che farà la differenza per chi segue da tempo la formazione e ne ha ormai assimilato il modus operandi. Oltre a inserire vocals nella nostra lingua in un contesto solitamente dominato dall’inglese, sembra che la band abbia deciso di tentare anche un leggero spostamento degli equilibri interni per quanto riguarda le parti strumentali, in particolare aggiungendo una componente progressive che conferisce un altro piglio all’insieme. Senza rinunciare agli elementi distintivi da sempre in forza ai suoi creatori – così che non si possa parlare di un vero e proprio mutamento di stile – Irrationalis appare come una scelta coraggiosa, dettata da un non comune desiderio di mettersi in discussione. Del resto, i Cubre non hanno mai scelto una strada semplice o priva di rischi, ben preferendo seguire un percorso evolutivo capace di farne un nome a sé nel nostro panorama. Superato, quindi, il primo momento necessario per assimilare le diversità, Irrationalis comincia a crescere e a mostrare i suoi lati positivi, tra i quali una maggiore ricchezza nella scrittura, con il groove portato in dote dalle produzioni passate che si sposa a una progressione più nervosa e instabile, con grind, math e postcore affiancati e assorbiti all’interno del Cubre pensiero. Non stupisce neanche la presenza di un tributo ai Concrete, che in fondo una simile sensibilità fuori dalle righe l’avevano sempre posseduta e imposta senza troppe remore o timori. Per questo, pur se l’attesa è stata oltremodo lunga, i Cubre sono tornati a colpire con un lavoro che ne giustifica l’assenza e ne sottolinea la personalità di prima grandezza, così come palesa l’enorme cura con cui la macchina è stata messa a punto prima di tornare in gara.