CRUACHAN, Nine Years Of Blood
Attivi dal 1992 e tenuti insieme lungo i decenni dal membro fondatore Keith Fay, i Cruachan sono gli indiscussi padrini del Celtic Metal, ascrivibile al più ampio folk metal su cui innestano la tradizione e la storia irlandese come motore e nucleo pulsante di qualcosa a cavallo tra metal dal forte taglio epico e musica tradizionale della loro travagliata terra natia.
Nine Years Of Blood è il capitolo conclusivo della “trilogia del sangue”, partita con Blood On The Black Robe (2011) e proseguita con Blood For The Blood God (2014) sempre su Trollzorn, la storia si incentra sulla guerra tra Irlanda e Inghilterra tra il 1593 e il 1603 (conosciuta anche come “O’Neil’s Rebellion”) di cui offre una narrazione in chiave metal non troppo distante per spirito da quelle che erano le ballate dei cantastorie, coloro ai quali era affidato l’incarico di tramandare al popolo gesta di eroi e vicissitudini ormai distanti nel tempo. In realtà, la strada intrapresa dalla band è più impervia di quanto si potrebbe pensare: non sempre il linguaggio prescelto è sinonimo di riuscita, né tantomeno è scontato centrare l’obbiettivo. Spesso, infatti, si finisce per perdersi in una melassa hollywoodiana e cartoonesca, fin troppo parodistica e stucchevole, forzando stacchi di dulcimer e violini all’interno di un melting pot metal tra black, power e NWOBHM, così che anche per l’ascoltatore meglio disposto è difficile considerare serio il tutto. Gli stessi Cruachan non hanno sempre scansato i pericoli del caso, ma va loro senza dubbio riconosciuta la determinazione e una sincera dedizione all’obbiettivo perseguito, tanto da aver raccolto una lunga esperienza e un bagaglio che oggi permettono di parlare del nuovo album con toni convinti e di consigliarlo a chiunque si nutra di queste sonorità. Al netto di inevitabili cliché, Nine Years Of Blood appare come un album ben costruito e ricco di spunti assemblati con cura e lontani dall’effetto patchwork di cui si parlava in precedenza. Al contrario, la tensione narrativa e la genuinità delle parti folk, realmente ascrivibili alla tradizione dell’Isola e non frutto di qualche rimaneggiamento da colonna sonora, rendono il tutto credibile e ben orchestrato. Inutile dire che esiste una linea di demarcazione ben precisa tra dischi come questo e tanto metal per adolescenti che va oggi di moda, così come va onestamente sottolineato che non si tratta di un’opera filologica di alto profilo quanto di una trasposizione metal della canzone folk e pertanto popolare per sua stessa natura, eppure con queste coordinate ben chiare in mente nulla ci impedisce di goderci le scorribande dei Cruachan, ancora una volta alla guida della macchina de tempo per affiancare i propri antenati nell’eterna lotta per l’indipendenza dell’Isola. Un ottimo modo per celebrare i venticinque anni di attività in attesa di nuove storie da raccontare.
Tracklist
01. I Am Tuan
02. Hugh O’Neill – Earl Of Tyrone
03. Blood And Victory
04. Queen Of War
05. The Battle Of The Yellow Ford
06. Cath na Brioscaí
07. The Harp, The Lion, The Dragon and The Sword
08. An Ale Before Battle
09. Nine Years Of Blood
10. The Siege Of Kinsale
11. Flight Of The Earls
12. Back Home In Derry