CROATIAN AMOR, Love Means Taking Action
L’ultimo disco di Loke Rahbek con lo pseudonimo di Croatian Amor è un lavoro tutto di sottrazione, a voler marcare in modo abbastanza netto una differenza stilistica con alcune situazioni che lo hanno visto protagonista, ad esempio Damien Dubrovnik (progetto in duo con Christian Stadsgaard) o il supergruppo Body Sculptures (a cui rimanda vagamente per le atmosfere, rese tuttavia in maniera comprensibilmente meno articolata).
Love Means Taking Action, incentrato sulla complessità dei rapporti affettivi, è costruito essenzialmente sulla voce, più o meno trattata, di Soho Rezanejad (per altro non accreditata) e su un intenso lavoro di taglia e cuci su cui si innestano le note lunghe dei sintetizzatori, enfatici e solenni. Personalmente lo preferisco di gran lunga quando fa bordello con i Damien Dubrovnik, tuttavia dobbiamo riconoscere qui a Rahbek la ricerca di un discorso musicale non privo di una sua originalità, certo non facilmente metabolizzabile nella sua asciuttezza. Rispetto ai percorsi battuti fino ad ora, Love Means Taking Action rappresenta, come dicevo, un bel fuoripista, discostandosi dall’estetica noise per dare vita ad un suono minimale e in qualche maniera elegante, pur se sporcato a bella posta e non scevro da una certa ridondanza, virato volentieri verso il dark ambient in una versione insolitamente cinematica per il danese, forse un po’ troppo pettinata.
Love Means Taking Action è uscito il 30 settembre su vinile per Posh Isolation e su cd e in digitale per Alter, l’etichetta di Helm: interessante la scelta di rendere disponibile anche il download degli stems, i file audio aperti, così da lasciar ampiamente manipolare, a chi ha le capacità e la voglia, i contenuti elaborati da Rahbek. Per accaparrarsi l’ultimo lavoro di Croatian Amor, The Wild Palms uscito su cassetta nel 2014, l’autore richiedeva l’invio di foto di nudo integrale, in una sorta di esperimento basato sulla reciproca vulnerabilità: questa volta sarà sufficiente il vile denaro.