LE COSE BIANCHE, Privatism
È interessante sentire come la power electronics riesca a parlare determinate lingue, così che si può ricondurre un disco a un territorio specifico. Soprattutto in Italia, che fra le prime accolse il genere, si è sempre sviluppato un certo timbro sonoro, che in qualche modo è divenuto riconoscibile. Non stiamo parlando, comunque, solo di power electronics: le sonorità toccate da Le Cose Bianche, infatti, spaziano anche nell’industrial noise più rugginoso, mentre la fine dell’album rappresenta proprio un vero stacco, con un titolo auto-esplicativo, “The Death Of Italian Power Electronics”. In quasi quaranta minuti di elettronica spinta a livelli truci, l’ascolto non è piatto: ogni traccia è ben riconoscibile e vive di essenza propria, fatto non scontato in ambito noise. Allo stesso tempo Privatism non vuole essere un album pretenzioso, anzi adotta un certo stile impenetrabile che più volte è stato inutilmente rivoluzionato. Ogni traccia è stata realizzata mediante l’uso di materiale analogico, registrato in un unico lasso di tempo, senza sovraincisioni né modifiche al risultato originario. Anche l’artwork è “classico”: immagini vouyeristiche che sembrano tratte da un racconto di Apollinaire. Musica e tematiche ricreano quindi quella sfera tipica e, a tratti, oscura che riecheggia nella penisola da più di trent’anni, e della quale è difficile stancarsi.
Tracklist
01. Privatism
02. Black Bull
03. Cadaverectum
04. The Cohasset Pursuit
05. Knowledge Anal Stamina
06. The Death Of Italian Power Electronicists