CORRECTIONS HOUSE, Grin With A Purpose/Hoax The System
Diciamo che questo è solo un piccolo assaggio di un lavoro ben più ampio che è in corso d’opera… Vale la pena però spendere qualche parola per questo singolo, che contiene i primi vagiti di una creatura particolare che risponde al nome di Corrections House.
Nella sua intervista dell’anno scorso, parlando di come si tiene impegnato in modo creativo al di fuori degli Eyehategod, Mike IX Williams aveva accennato, col suo modo “casual”, ad attività che aveva in ballo con vari musicisti, tra cui Bruce Lamont degli Yakuza.
Ecco qui, concretizzata, una di quelle attività alternative. Battezzato con un nome che più azzeccato non si può, Corrections House è la creatura nata dalla collaborazione artistica tra Mike, Bruce, Scott Kelly (Neurosis) e Sanford Parker (Minsk). I ruoli sono: Williams alla voce, Lamont a voce, immancabile sassofono ed effetti, Kelly alla chitarra e Parker a percussioni/elettronica ed effetti. Il singolo è uscito un po’ di mesi fa tramite Burning World Records in Europa e War Crime Recordings negli USA. Però è fresca la notizia che l’accolita di Corrections House ha firmato con Neurot Recordings per la pubblicazione dell’album di debutto, che avverrà nel prossimo autunno. Dovrebbe poi seguire un tour verso la fine dell’anno, con tappe prima in Europa (dicembre) e poi negli USA.
Di sicuro un “full-length” è più adeguato per entrare nel limbo allucinante di Corrections House, che le due tracce del singolo riescono solo a delineare. Anche l’aspetto visivo gioca un ruolo non indifferente, non è un caso che la band abbia fatto uscire il singolo abbinato a due video, in bianco e nero, molto ben fatti e, a dir poco, inquietanti. Infatti il progetto artistico di Corrections House è sfaccettato, non solo musica ma anche parole, che sono quelle caustiche, amare e provocatorie degli scritti di Mike IX Williams. Conta dunque parecchio anche l’intensità della sua interpretazione: scarna, da sopravvissuto, apocalittica, e per quello più efficace. E deve essere stata quest’intensità nel corso di uno show completo dei Corrections House, rafforzata dalla contemporanea presenza di tutti questi mostri dell’underground, che ha alimentato l’entusiasmo che si può cogliere nelle varie cronache live riportate sul web.
Nei dodici minuti di questo sette pollici, lo stile del gruppo mescola suoni, effetti ed atmosfere che disturbano e spaziano dal minimalismo oscuro del dark ambient/drone al clangore industrial, senza però mai abbandonare una parvenza di melodia e il “groove” sinistro dello sludge e del post-metal, esalato dai lamenti della chitarra di Scott Kelly. La variazione dei tempi e la modalità con cui i diversi musicisti interagiscono coi loro contributi, vocali e strumentali, rendono queste due tracce sicuramente suggestive.
In “Grin With A Purpose”, il background ambient/drone e il declamare atono della voce di Mike, deformata, quasi robotica, contrastano con le vibrazioni dissonanti ma solide, bollenti della chitarra di Scott. Il groove viene poi gradualmente intossicato dalle atmosfere oscure instaurate dal drone industrial in sottofondo, capace di soffocare perfino il barrito del sax di Bruce Lamont. Anche nel video corrispondente l’ambientazione desert rock e la nitidezza delle riprese contrastano col terrore ispirato sia dal volto coperto del protagonista, sia dall’irrealtà da incubo delle creature che compaiono lungo la strada durante il viaggio narrato nel video, fino ai teschi, al coltellaccio e alle mani dalle unghie aguzze che accarezzano un libro dall’aspetto occulto, marchiato dal logo esoterico della band.
In “Hoax The System”, la traccia a cui è stato abbinato il primo video ufficiale, il ritmo è più serrato e veloce, quasi marziale ed anche il “canto parlato” di Mike è più feroce e pressante che mai, se non addirittura disperante. Questa traccia, molto potente, si abbina bene con il video allucinante in cui si alternano scene naturalistiche con immagini di gabbie e case in rovina abbinate agli esseri mascherati di prima, minacciosi ed armati di tamburo e coltellacci, scheletri ed oggetti di culto sinistri, il “Sistema” da cui non si riesce quasi a sfuggire.
Che uno cominci con un video piuttosto che con un altro, una cosa noterà: volti coperti ovunque, passamontagna, maschere, ma anche velo, collane, strisce di stoffa. Disturbano forse quasi più quei volti nascosti che le ossa ed i teschi, umani ed animali. La cosa mi fa ricordare due libretti sui mostri, tantissimi e fantasiosi, nella tradizione grafica giapponese. Però il mostro considerato più spaventoso di tutti, e messo alla fine della rassegna, aveva una forma completamente umana, ma era senza faccia.
Del resto il “Sistema”, che i Corrections House vogliono “gabbare” (“hoax the system”) per autodifesa, è quello assolutamente umano e con le facce di tanti e nessuno, che stabilisce valori, distribuisce poteri e cerca di “correggere” o eliminare chi non si adegua.