CONTR-AZIONE, Cieli Rossi Sull’Europa / Contr-Azione 1983-1985
A differenza o, comunque, molto più che negli USA e in altri paesi europei, in Italia la scena hardcore punk dei primi anni Ottanta è nata e ha trovato il proprio terreno ideale nell’esperienza delle occupazioni e in quell’ambiente politico antagonista che ne ha in qualche modo caratterizzato e definito le specifiche, sia nei testi sia nell’approccio, con la musica piegata all’essere un mezzo per diffondere e praticare la propria visione socio-politica. Questo è particolarmente evidente in esperienze come i Contropotere e, appunto, i Contr-azione di Torino, nati dall’incontro tra membri di 5° Braccio, Fiori Del Male e, in seguito ad un cambio di line-up, Kina e Franti, con i quali condivideranno il debutto sotto forma di split album. Purtroppo i Contr-azione dureranno solo dal 1983 al 1985, ma riusciranno comunque a lasciare un segno profondo e un’eredità che merita questo tributo ad opera di Area Pirata, un vinile che raccoglie oltre al già citato split album anche l’ep Cine Occhio / Storia E Memoria, uscito proprio per la Blu Bus dei Kina. La formazione in quei pochi ma intensi anni ha suonato più di cinquanta concerti e partecipato a innumerevoli compilation tra cui la famosa International P.E.A.C.E. Benefit Compilation curata da Dave Dictor degli M.D.C. e uscita per la sua R Radical Records. Per alcuni versi, potremmo definirli affini ai collettivi anarco-punk inglesi sia per la centralità del messaggio affidato alla doppia voce di Mara (cui questa raccolta è dedicata) e Sergio, sia per l’impegno nei collettivi torinesi che porterà la band prima a occuparsi di carcere e alienazione delle periferie e in seguito nell’impegno in prima persona all’interno di esperienze di occupazione e autogestione. In realtà, la forma espressiva prescelta era dal suo canto decisamente all’avanguardia rispetto a realtà contemporanee spesso troppo autoreferenziali a discapito di una reale comunicazione con l’ascoltatore: piuttosto che perdersi in sperimentazioni di difficile assimilazione nel veicolare i propri testi, il linguaggio dei Contr-azione ricorda più certe intuizioni noise-rock che solo in seguito sarebbero divenute prassi comune al di là dell’Oceano – figurarsi da noi – oltre ad avere un taglio cantautoriale che fa capolino in brani quali il toccante “Capitalismo Sangue Silenzio”. Si avverte forte il grigiore dei quartieri dormitorio della motorcity italiana e quel misto di cemento e macchinari che riempivano la vita delle periferie tra le pieghe di brani caustici e spesso dissonanti, mai però cacofonici o sguaiati, nati per dare visibilità ad una realtà ben differente da quella spacciata dai media ufficiali e tutta basata sulla produttività e sul raggiungimento di traguardi di cui andar fieri. I Contr-azione sono stati la voce di quella Torino che di quel boom economico ha fatto le spese e ha pagato lo scotto, come ben testimoniato da “Voci Negate” e dai suoi protagonisti tra incidenti sul lavoro, carcere, droga e abbandono: fosse solo per questo, come in realtà non è, meriterebbero un posto di primo piano nella storia della scena cittadina e nazionale. Da avere.