Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

COLIN SELF, Siblings

COLIN SELF, Siblings

I used to live as an anomaly… no explanation biologically

Se avete una vaga idea di come possa suonare oggi la musica elettronica più interessante, allora saprete dell’esistenza di artisti come Holly Herndon (che conosce bene Self, avendolo ospitato nel suo Platform), Jlin, Yves Tumor e magari conoscete pure le uscite della berlinese PAN, per esempio quelle notevoli di Pan Daijing, Rashad Becker o MESH. Anche Colin Self va tenuto d’occhio. Lui è un esempio di artista a tutto tondo, completamente immerso nella contemporaneità: ha l’aspetto androgino, gioca con la sessualità, la vocalità – e con l’elettronica naturalmente – riuscendo a mettere su una sorta di carrozzone pop-sinfonico che re-inventa alcune sortite di Final Fantasy (“Foresight”), sorpassando a destra l’eccentricità baraccona di Arca in “Survival”, arrivando persino a omaggiare le orchestrazioni su di giri di una Enya, naturalmente riviste in ottica transgender e orgogliosamente lontano dai “muscoli” mostrati dalle case discografiche, che tagliano il prodotto a seconda del pubblico al quale l’artista si rivolge (insomma, la RVNG Intl sta facendo un buon lavoro). Self, dunque, mette coraggiosamente in pratica il suo discorso, libero, folle e centra l’obiettivo, che resta quello di creare una musica aliena eppure figlia delle culture di oggi che, nonostante le politiche di destra di mezzo mondo, sono già e diventeranno ancora di più nel tempo, dominanti. La libertà naturalmente si paga, ma il rischio da correre, pur essendo alto, non scalfisce quella che pare una proposta sonora divertita e coscienziosa (il tiro technoide e “vuoto” di “Stay With The Trouble…”), profondamente legata all’intimo dell’essere umano. Quella contenuta in Siblings è musica che testimonia il vero presente, però non quello costruito ad arte da odiatori di professione e pigramente digerito da gente abituata ad avere a che fare sempre con gli stessi suoni. Questo è un disco coraggioso e da avere.