CO2, Död (Days Öf Demos)
CO2, per esteso “cameraobscuratwo”, è un progetto musicale che nasce nel 2007 da un’idea di Alberto Penzin, ex bassista dei leggendari Schizo. La line-up cresce con gli anni: oltre al talentuoso bassista Andrea Ragusa, che si unisce alla formazione nel 2011 ancora adolescente, in veste di cantante troviamo Giulio dei Cripple Bastards, che rappresenta una garanzia di qualità. In tempi più recenti, l’ingresso alla batteria di Giuseppe Orlando (INNO, The Foreshadowing, Airlines Of Terror, ex Novembre, nonché factotum negli Outer Sound Studios) e di Marco ‘Cinghio’ Mastrobuono alla chitarra (già bassista in Coffin Birth, Hour Of Penance e INNO, e chitarrista in Buffalo Grillz, ma anche “uomo dietro al mixer” nei suoi Kick Recording Studios per band del calibro di Fleshgod Apocalypse e Shores Of Null) rende i CO2 un vero e proprio dream team.
Död, che sta per “Days öf Demos”, è il primo album della band, in uscita il 12 febbraio 2021 sulla polacca Selfmadegod. Nell’insieme, il lavoro è di una violenza inaudita, ma a suo modo matura, oserei dire “ragionata”, come già si evince dalle prime note di “My Ways Are Not Your Ways”. La presenza di due bassi è il vero elemento innovativo: l’impatto che ne deriva è pieno, profondo e privo di compromessi anche grazie alla resa dei suoni, ben definiti ma non stucchevoli, gestiti con grande competenza proprio da Mastrobuono e Orlando, che hanno curato mix e mastering.
In poco meno di mezz’ora il quintetto dimostra di avere le idee chiare, sono più che evidenti molteplici influenze: hardcore “vecchia scuola”, tanto grind, thrash metal e crust delle origini, con qualche virata verso death e black metal. I brani possiedono una buona dinamica interna grazie a ritmiche articolate ma non ridondanti, mai prevedibili e sempre intrise di una confortevole nostalgia degli anni Ottanta, ingrediente fondamentale ma non dominante. In tal senso, “Stalked By The Eye Of No God” raggiunge vette altissime in termini di ferocia e brutalità, ma con un’eleganza rara. La settima traccia, denominata “[hidden track]”, quasi atmosferica, spezza il turbine di violenza, preparando l’ascoltatore agli ultimi due brani: le cover di “Swamp Angel” e “Deathstress” degli Schizo, a mo’ di conclusione di un compendio furioso e qualitativamente ineccepibile di tutto ciò che il metal estremo deve essere.