CLAUDIO ROCCHETTI, An Imitation Of Life
Una t-shirt con il logo CCCP. 1987.
Questa è la prima cosa che mi colpisce all’interno del nuovo libro di Claudio Rocchetti (musicista che, dovremmo saperlo e tenerlo a mente, da tempo ha affiancato alla sua attività sonora quella editoriale con Black Letter Press). Qui però siamo ancora altrove: Plitvice, Croazia, un luogo che parrebbe essere meraviglioso ma che, filtrato da una videocamera Telefunken VHS-C, appare a noi come probabilmente è rimasto nella memoria di Claudio. Un ricordo sgranato, sicuramente trasformato e infedele di quelle otto ore di girato in un parco con troppi turisti, ma a cui Claudio riesce a dare un’impronta personale. Le immagini, che per certi versi paiono essere quelle di un found-footage, per certi altri sono a trattu spiccatamente tarkovskiane.
Il socialismo.
La Magna Grecia.
La fresca gioventù e la natura.
Gli specchi d’acqua e i guerrieri.
L’acqua, la pietra ed il legno sembrano trasudare in una natura che ha troppa forza per essere fermata e che ci riporta a un immaginario orrorifico, quasi gotico se nel contesto inseriamo le imponenti statue ritratte. Una lotta di potere fra imbarcazioni e strettoie, grandezze e lo sguardo di un bambino di nove anni che diventerà un terrorista sonoro.
… La giovinezza
tutta invocazioni
Troppo di tutto e mai abbastanza
(slancio sì e forse qualche attesa)
Un libro di Claudio Rocchetti, un’edizione Kohlhaas, un saggio di Vincenzo Santarcangelo. Due brani in ascolto su Bandcamp (sempre legati al lavoro con la Fondazione Lenz da cui è nato lo stupendo Labirinto Verticale): “La Pazienza” e “Fantasmi”, lirismo purissimo e presenze che ballano tra i veli di 115 pagine.