CIRO VITIELLO, Now We’re Just Pieces Of Steel, A Data Whisper
Il mito dell’amore eterno e il confine sempre più labile tra uomo e macchina rappresentano i cardini della terza uscita prodotta da Giuseppe Federico Pastore con l’alias Ciro Vitiello. Seguendo la forma dei precedenti lavori, le undici tracce si presentano come capitoli di un’unica sequenza narrativa, la storia di due innamorati decisi ad affidare memorie ed emozioni a due intelligenze artificiali in modo da far perdurare il sentimento che li lega.
A partire da tale presupposto il musicista campano disegna una deriva vorticosa di trame sintetiche disturbate e disturbanti, un itinerario algido e disumanizzato che si pone in netta antitesi alle premesse. Il vortice di frequenze elettroniche irrompe improvviso, senza mediazione e si sviluppa aspro, privo di pulsazioni nette (ad esclusione di “[sample][play]voice(your)[repeat]voice(your)” che vede la collaborazione di Cremation Lily) e carico di una tensione che nei passaggi più roboanti rimanda agli eccessi del migliore Ben Frost. Le strutture erette si fanno man mano più labili, soggette ad un’incessante variazione di densità del suono che a tratti rasenta scenari noise (“[comand]touch(me)[canc]touch(me)(please)[canc] touch touch touch”, insieme ad Attilio Novellino, e “[comand]clear data(to me)(you)”). Il risultato è la descrizione di un processo di decadimento conseguente al tentativo di conversione e catalogazione del ricordo, una decostruzione sonora che accoglie voci trasfigurate fino ad essere incomprensibili a cui fa eco la scelta di titoli criptici da lessico-macchina e un artwork (affidato a Salvatore Pastore) fatto di immagini digitali lo-fi.
Now We’re Just Pieces Of Steel, A Data Whisper racconta la speranza di una felicità senza fine trasformata in incubo digitale, una sconfitta tecnologica più affine al dramma sentimentale di Theodore Twombly che all’epopea di HAL 9000. Un viaggio sonoro inquieto che sembra spegnersi soltanto nel conclusivo aleggiare di modulazioni romantiche bruscamente interrotte.