CHAPEL OF DISEASE, Summoning Black Gods

Summoning Black Gods

Old School Death Metal dalla Germania, né più né meno, chi non è troppo interessato al genere può già smettere di leggere. Chi, invece, si crogiola nel revival, avrà forse piacere di sapere che i Chapel Of Disease un minimo di personalità cercano di metterla in campo. Non è il death metal marcio il loro punto di riferimento, questo già si evince da una registrazione che non cerca per forza di emulare i suoni di vent’anni fa. Quella di Summoning Black Gods, infatti, è una registrazione moderna nel senso che è pulita pur non mancando di potenza. Non lo trovo un punto a sfavore, mentre molti storcono il naso. Io penso che le registrazioni debbano essere “giuste” per la musica: cercare di emulare un sound dovuto sì a scelte precise, ma anche a contingenze tecnologiche di un’epoca passata, non sempre è la scelta migliore. La cura del suono avvicina quindi i Chapel Of Disease ai gruppi “major” dell’epoca, sicuramente i Death (periodo a cavallo tra Scream Bloody Gore e Leprosy), ma anche i Pestilence di Consuming Impulse., e questi riferimenti fanno già capire la velocità di crociera. Le parti rallentate, invece, possono richiamare gli Asphyx, mentre certe occasionali armonizzazioni di chitarra un po’ più ricercate danno un positivo tocco finale, rendendo il disco godibilissimo per chi adora i nomi citati finora e per i palati un po’ più esigenti, magari un po’ meno per chi preferisce suoni più claustrofobici (Disma?). Voto: non stancano anche dopo ascolti ripetuti, cosa non da sottovalutare nel 2013.

Tracklist

01. Summoning Black Gods
02. Descend To The Tomb
03. Dead Spheres
04. Evocation Of The Father
05. The Nameless City
06. Hymns Of The New Land
07. Exili’s Heritage
08. The Loved Dead