Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

CHAOS SHRINE, Prolegomenon

Non presento di nuovo Paul Beauchamp e Andrea Cauduro, bastano due link. Chi ha già letto l’intervista con Andrea sa che lui vive a Torino da un po’ e che ha iniziato a lavorare e suonare con Beauchamp.

Prolegomenon, come s’intuisce, è un modo di far conoscere il loro progetto Chaos Shrine in attesa che esca un album completo. Un fatto molto positivo è che il sound non è riconducibile a nulla nello specifico, ma esiste autonomamente, pur essendo ovvio che sarà una droga soprattutto per i patiti dell’ambient, delle colonne sonore e – azzardano i due – anche del dub, ma qui dovrei aprire un raffronto lunghissimo e difficile col genere. Molto più semplice descrivere il tempio del caos come un luogo buio, pieno di piante e animali stupefacenti che non possiamo identificare e che ci circondano senza mai aggredirci eppure senza lasciarci mai davvero in pace. Le basse frequenze stendono il terreno su cui camminiamo e danno profondità, le pulsazioni animano la scena, i suoni espansi della chitarra creano lo spazio sopra le nostre teste, i synth diventano come lampi di luce che ci permettono di scorgere qualcosa di cui comunque non capiremo mai la natura. Già con It’s Always Darkest Before The Dawn mi ero accorto che Cauduro creava altri mondi e altri quando, penso che il discorso sia valido anche per questo ep e ipotizzo che Beauchamp abbia attinto da tutto il suo retroterra per scurire e avvelenare di più l’insieme. Che Satana – o chi per lui – la mandi buona a entrambi.