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CHANTAL MICHELLE, Night Blindness

Night Blindness, inatteso esordio solista sulla lunga distanza di questa ex gallerista, curatrice di mostre e ballerina nata ad Atlanta e residente fra New York, L.A. e Città del Messico, dunque la classica figura da cui non ti aspetteresti in effetti nulla di nuovo e invece, invece state a sentire: nel 2019 Chantal Michelle Chadwick esordisce nel duo Petra assieme a Brian Allen Simon, aka Anenon, con un bel disco di ambient naturalistico, Aunis, registrato sull’isola vulcanica del Dodecaneso Nisyros (dai cui paesaggi trae impulso ed intenzione), presentandolo poi live tanto in ambito “contemporaneo” insieme alla compositrice minimalista Kelly Moran, quanto con star dell’elettronica come Sascha Ring/Apparat.

In questa nuova uscita Michelle fa quasi tutto da sola, accompagnata solo in alcune delle dieci tracce dal pianoforte di Sonja Mauro e dal sodale di lunga data Allen Simon al sax. Ha registrato Night Blindness a Città del Messico nel 2021, un progetto decisamente personale, raro se non unico: l’idea di avvicinamento al fine vita! Con queste drammatiche premesse ci si potrebbe aspettare una musica inquietante se non ineludibilmente drammatica, al contrario da queste personali esperienze di quasi-morte – come lei stessa le definisce – crea un ambiente sonoro astratto, pacificato e insomma, come dire… qualche volta va pure bene!

In uno stato transitorio dove ombra e luce, tempo statico ed improvvise accelerazioni danno il via ad un’elettronica calda, avvolgente, rassicurante, ci si proietta infine in un pulsante stato liminale. Pubblicata su cassetta e in digitale dall’etichetta newyorkese Quiet Time Tapes, di cui raccomandiamo un catalogo assai interessante di nuovi musicisti non solo statunitensi, Chantal Michelle si rivela musicista originale in una sfera, elettronica/ambient, dove è ormai difficilissimo scegliere ma soprattutto scovare proposte valide. Ha di sicuro fra i suoi riferimenti la musica e l’attitudine sonica gentile di Harold Budd: l’uso del pianoforte e del sax ricordano lavori come By The Dawn’s Early Light o anche Luxa, ma questo costituisce un ulteriore punto a favore di Night Blindnessm, sorta di omaggio, volontario od involontario che sia, alla figura decisamente sottovalutata del compositore e pianista californiano.

Da “Intro (Piano14419)” e via di seguito “Rupture”, “Assamblege Of Intesities”, “Pure”, “Inferno”, “Cold Streamers Of Dust”, fino all’apice finale dell’emozionante “The Way You Moved Through Me” e alla conclusiva “Exeunt”, la musica ci accompagna in una sorta di viaggio interiore per introdurci in un Teatro della Mente dove finalmente accomodarsi, lasciarsi andare. Il pensiero è offuscato quando le forme familiari della realtà scompaiono. Questa non è una perdita. Lunghi periodi di silenzio interiore favoriscono le radure, lasciano entrare la luce, l’allagamento, l’accecamento: questo estratto dei versi della poetessa libanese/americana Etel Adnan, allegato alla musicassetta, meglio di qualsiasi altra parola descrive il mondo sonoro profondo di Night Blindness.