CELESTE, Infidèle(s)
Animale(s) era un concept album denso e coeso, un pugno nello stomaco che raccontava una storia di vita, amore e morte alla maniera della band francese, ormai uno dei nomi di punta della scena (post) black transalpina, sempre più spesso affiancato a Deathspell Omega e Blut Aus Nord. Con Infidele(s), i Celeste si svincolano dal precedente “modus” narrativo per dar vita a dieci brani a sé stanti e senza legami tra loro. Per questo Infidele(s), pur senza abbandonare lo stile riconoscibile e ormai consolidato del gruppo, sembra più vario, in qualche modo meno soffocante, così da offrire all’ascoltatore differenti punti di vista sul mostro che continua ad agitarsi nell’oscurità e non pare proprio volerne sapere di avvicinarsi alla luce. Certo, le parole per descriverlo finiscono per dover percorrere forzosamente strade similari a quanto detto per i capitoli precedenti, di cui appare a tutti gli effetti come versione potenziata e meglio curata, una sorta di update del “Celeste-pensiero”, con in più dalla sua una maggior immediatezza, dovuta alla possibilità di mischiare le carte in tavola e non dover per forza seguire un unico filo conduttore. Eppure è evidente come Animale(s) manchi anche l’obbiettivo di scrollare di dosso dai suoi autori la nomea di band sempre simile a se stessa che qualcuno ha utilizzato. L’insieme, infatti, come dovrebbe suonare un disco dei Celeste: è impregnato di black metal e umori notturni, ha un che di morboso e deviato, è dominato dalla caratteristica voce e dalle tipiche accelerazioni che rendono al massimo in sede live, non soffre di evidenti cali produttivi e, anzi, denota una marcata voglia di lavorare sui dettagli per potenziare sempre più l’armamentario.
Basterà questo ai francesi per tenere salda la posizione guadagnata con dischi e concerti, farà loro guadagnare nuovi adepti? Noi non possiamo che consigliarlo a chi li ha sempre apprezzati e sostenuti, in virtù di un disco che ne mantiene inalterata la potenza e la capacità di portare in scena l’angoscia.