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CASPAR BRÖTZMANN MASSAKER, The Tribe / Black Axis

CASPAR BRÖTZMANN MASSAKER, The Tribe

Più ascolto questi due dischi e più ci vedo una frenesia strana e anfetaminica, una forza devastante che li attraversa entrambi e che mi induce a chiedermi: che cosa diavolo succedeva negli anni Ottanta? Perché Caspar Brötzmann aveva sentito il bisogno di imbracciare una chitarra e di buttarsi a capofitto in lavori ultra-rumorosi che prendevano la polpa hendrixiana e la rileggevano anche alla luce di alcune esperienze newyorkesi della no wave? Chiaro che se si ricostruisce la sua storia poi tutto torna. Tedesco, figlio di una stella del free-jazz europeo (che conosciamo molto bene), deside-rava misurarsi con tutto ciò che di eccitante proveniva da Oltreoceano. La chitarra, quindi, per Ca-spar diventava fondamentale, e il risultato in The Tribe (1988) suona ancora oggi, dopo più di trent’anni, incendiario, urgente, potentissimo (prova ne è “The Call”), ma anche sofferto e ossessivo (“Time”), irruento (gli Swans in botta hendrixiana della title-track e i passaggi metallic-wave à la Big Black di “Blechton”), fino all’esplosione metal-pop di “Bonker’s Dance”.

CASPAR BRÖTZMANN MASSAKER, Black Axis

Black Axis esce nel 1989, un anno dopo, e la sofferenza è pure aumentata. Risalta la lezione degli Swans (ancora), stesso incedere pachidermico e voce che recita con decisione poche parole (“Hunter Song” e “Die Tiere”); spiccano la tempesta di feedback in forma di stomp al limite dell’in-sopportabile di “Tempelhof”e le scudisciate noise di “Böhmen”. Si finisce in bellezza con l’estenu-ante pioggia rumorosa di “Black Axis”: quasi un quarto d’ora di scartavetramenti della sei corde che lascerebbero stecchiti anche i più caparbi tra gli appassionati del genere. In confronto a The Tribe qui il tedesco (che va detto, pensava e suonava il tutto in trio col rassicurante nome di Massaker) consolida uno stile ma in sostanza incomincia già a ripeterlo, dunque il tutto nel frattempo è diven-tato velocemente canovaccio, genere. La formula ha comunque funzionato, restando piuttosto di-staccata dalle mode del momento, e questo è sintomo di intelligenza e di lungimiranza artistica, la stessa dimostrata da Southern Lord, che ha messo in circolo queste ristampe, opportunamente rima-sterizzate tra l’altro. I curiosi e i collezionisti sono avvisati.