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CARPE NOCTEM, In Terra Profugus

Carpe Noctem

Orco, un gruppo islandese! Allora, dalla terra di Björk… potrei cominciare così la recensione per far vedere che ho qualche cognizione su questa landa un po’ lontana, un po’ ignota. Potrei forse far più bella figura citando i Sororicide, il cui disco del ’91 è in assoluto – quelle poche volte che salta fuori – fra i dischi metal più cari di tutti i tempi, sia in vinile che in cd. La realtà è che la mia conoscenza della scena black metal islandese si limita agli Svartidaudi e ai Forgardur Helvitis (black metal sui generis, del resto). Beh, considerando che gli abitanti di tutta la nazione sono 320.000, non è poi male. Alzi la mano chi conosce almeno due gruppi black metal di Siviglia in Spagna, che di abitanti ne fa 700.000. In ogni caso, i Carpe Noctem sono una graditissima sorpresa. Cominciamo col dire che l’ordine dei pezzi non è sbagliato: 3, 2, 1, 2, 3 perché c’è di mezzo tutto un concept sulla discesa negli inferi, di cui la biografia del gruppo tratta in maniera approfondita e molto prolissa, una cosa pallosa da morire che non sono riuscito a leggere fino in fondo, scusate, avevo la zuppa sul fuoco… La musica però parla da sola. La registrazione è un ottimo bilanciamento fra pulizia dei suoni e atmosfera: il black metal con registrazioni cristalline perde il 50% della sua malignità, ma coi Carpe Noctem si distingue tutto perfettamente senza che venga intaccata la glacialità dei pezzi. Tra l’altro è questo l’elemento vincente: alternando parti veloci potenti e parti lente molto scure, anche pulite, rimane costante l’uso di armonie “glaciali”, quelle tipiche del black metal nordico (se non sapete cosa intendo, vuol dire che non sapete cos’è il black metal e che quindi la recensione non vi interessa a prescindere). Si sentono anche passaggi diversi dal solito, ma non viene mai meno l’effetto “madre”. Ognuno sa usare il proprio strumento e ne sfrutta le potenzialità per creare un black saldamente ancorato agli stilemi che lo caratterizzano, ma con numerosi spunti originali. Un disco che potrebbe piacere anche agli hipster folgorati dal black metal sulla via di Burzum, ma i Carpe Noctem, badate bene, hanno credibilità metal (gli hipster no)! Dimenticavo, riverbero a palate (ormai lo dico in ogni recensione black metal, sarà quello che mi fa piacere i gruppi)! Voto: sì, ok, il vulcano che bloccò tutti i voli del mondo… ma l’Islanda qua ha un vero gioiello, chapeau!

Tracklist

01. III. Odium Somniferum
02. II. Ars Moriendi
03. I. VITRIOL
04. II. Metamorphoses Maleficarum
05. III. Hostis Humani Generis