CARNERO, Potere Violenza
I Carnero hanno deciso di prendersi una pausa, quanto lunga non è chiaro: ciò che sappiamo è che prima di farlo hanno compiuto un ultimo atto di insubordinazione alle regole, cioè la realizzazione di un disco in formato digitale, scritto, registrato, mixato e masterizzato in maniera del tutto autonoma, senza un tour di presentazione ma solo con un live al Vidia di Cesena a mo’ di saluto. Un vero e proprio colpo a sorpresa, quindi, al cui interno è racchiuso anche un piccolo ringraziamento a quei gruppi che hanno in un modo o nell’altro contribuito al dna dei Carnero, i cui nomi si intuiscono dai titoli dei pezzi che li omaggiano. Potere Violenza chiarisce subito a cosa si andrà incontro, un frullato feroce di hardcore, grind, noise e quant’altro possa aiutare a renderlo ancora più feroce e ostile, sempre in sintonia col percorso della band. Dal non casuale caos sonoro si ergono vocals che – come da aspettative – si mettono contro a una società sempre più spersonificata e contro la mancanza di senso di una vita priva di un qualsiasi scopo ultimo, figurarsi di un fine ultraterreno. L’alternarsi di accelerazioni e rallentamenti fin quasi a strappare il tessuto sonoro, nichilismo hc e stridere di lamiere, rendono il veloce tragitto ricco di dinamiche interne e variazioni sul tema, segno che oltre alla botta di pancia assicurata è qui presente anche la voglia di donare a ogni brano la sua identità e una propria fisionomia ben precisa. Il disco, nomen omen, brucia nel volgere di una manciata di minuti, colpisce e si ritrae come la miccia di un candelotto di dinamite, tutto è condensato intorno al minuto di durata, fatta salvi i “ben” tre minuti di “Brutale Realtà”, quasi una suite se paragonata al resto. Se un saluto doveva essere, i Carnero hanno centrato in pieno il bersaglio proprio per la decisione di realizzare un disco intimo, personale, curato in prima persona sotto ogni aspetto e lasciato su Bandcamp in modalità “name your price”. A presto, si spera.