CARLA BOZULICH, Boy
A una decina d’anni da Evangelista (il disco, degli Evangelista non è nota ancora la sorte), Boy è momento di ennesima svolta per la vita musicale di Carla: rieccola in proprio, sempre in casa Constellation. Si occupa lei di quasi tutto, fatto salvo il significativo apporto di John Eichenseer e, soprattutto, di Andrea Belfi alla batteria. Registrazione avvenuta a Berlino, mix e revisioni varie passate per San Diego e Montreal. Le immagini? Nonostante un tasso minore di selvaggia furia out rock rispetto al passato, i pezzi rimandano a deserti ricoperti di paludi, in cui ballano, felici, clown alcolizzati. Serpenti sibilanti si aggirano tra i battiti ansiogeni di stille di blues acido e terrigeno. Alla mente si affacciano i bei tempi dei Birthday Party, ma, ormai, lo stile Bozulich è ben riconoscibile. Rifulge tra i solchi delle storte e marziali “Ain’t No Grave”, “One Hard Man” e “Deeper Than The Well”, ma risalta, e si ravviva di nuova luce, là dove filtra un afflato soul quasi del tutto inedito. Accade nelle splendide “Drowned To The Light” (tra violini e chitarre acustiche), in “Gonna Stop Killing”, furtivo mantra da Giant Sand ammantati di oscurità, e in “What Is It Baby?”, ballata (!) da puro crooning crepuscolare. “Danceland” ondeggia nel fango di ritmiche che, da caracollanti, riescono addirittura a raddrizzarsi, e sfoggia l’attitudine melodica (pop?) più efficace di tutto il disco. Un beat dritto avvolge la lasciva malinconia di “Lazy Crossbones”, mentre la liquidità amniotica di “Number X” ci conferma che morire d’asfissia potrebbe essere anche piacevole.
Tracklist
01. Ain’t No Grave
02. One Hard Man
03. Drowned To The Light
04. Don’t Follow Me
05. Gonna Stop Killing
06. Deeper Than The Well
07. Danceland
08. Lazy Crossbones
09. What Is It Baby?
10. Number X