CANI DEI PORTICI, Cave Canem Ep

Cani Dei Portici - Cave Canem

Difficile etichettare il trio di stanza a Bologna, ma di origini calabresi. I Cani Dei Portici sono giovani, e dalla loro hanno una sorta di vitale “tabula rasa”, o terreno vergine fate voi, da dove possono far spuntare le loro canzoni rabbiose, a volte poggiate sui crinali metallici (le parabole à la Tool di “Septem” e “La Marcia Dei Bisonti”) o la sofferente “Frigge La Carne”, forse la migliore del lotto, in pratica una struttura post-rock suonata ad alto volume, col canto declamatorio di Claudio Adamo. C’è poi la deflagrazione di “Orient Express”: anche qui, posa velatamente emocore tutta strumentale con chitarra in fieri, che fa il paio con la ghost-track acustica “Septem II”, un pelo più scolastica. I ragazzi dimostrano con questo extended play di avere intrapreso una strada meno banale del solito (che spesso negli ultimi tempi contempla pauperismo strumentale ed espressivo fin troppo esibiti), visto che hanno a cura il suono e certi particolari (vedi alla voce composizione, ed è bello pure l’artwork). Una raccomandazione che faccio a tutti quelli che, come loro, sono agli inizi: se si parte bene bisogna stare attenti a non ripetersi, provando ad aggiungere altri colori sulla tavolozza, dato che quelli che erano a disposizione da principio s’è dimostrato di saperli usare.