CALLISTO, Secret Youth
I finlandesi Callisto sono attivi dal 2004 ed era da cinque/sei anni che non pubblicavano un disco. Se s’ascoltano le cose precedenti e si legge in giro, è abbastanza inevitabile parlare di post-metal, un po’ meno invece – come nel mio caso – dire che sembrano abbastanza noiosi. Sorpresa grossa, dunque, accorgermi con assoluta facilità che Secret Youth è un album ok, col quale la band esce dalle sabbie mobili del genere, diventando molto più pop (in senso buono), conservando le digressioni strumentali (ma uccidendo la prolissità), oltre che un po’ di energia e spinta. Il cantante Jani Ala-Hukkala possiede una di quelle voci naturalmente potenti e melodiche, così vien da pensare che sia lui, con la sua capacità d’emozionare, il principale fattore di freschezza della proposta, ma forse è la sezione ritmica – soprattutto il basso di Juho Niemelä – quella che mi lascia impigliato nell’album, dato che è protagonista tanto quanto le chitarre, che tessono trame malinconiche come solo da quelle parti depressissime sanno fare. Rimangono solo le tastiere, che svolgono una funzione d’ispessimento del suono, senza stare lì a fare ghirigori fastidiosi. Altro motivo d’interesse è che i Callisto sono cristiani: nei loro testi sperano in buona sostanza che la grazia di Dio li tiri fuori dalla merda e li salvi anche da loro stessi. Che vi devo dire, Callisto? Auguri. Intanto grazie per Secret Youth.
Tracklist
01. Pale Pretender
02. Backbone
03. Acts
04. The Dead Layer
05. Lost Prayer
06. Breasts of Mothers
07. Grey Light
08. Ghostwritten
09. Old Souls
10. Dam’s Lair Road