CALCUTTA, Mainstream

CALCUTTA, Mainstream

Mainstream parte in quarta, ma diversamente che nel precedente Forse…, uscito per la romana Geograph Records di Grip Casino (ricordate la compilation Borgata Boredom?), qui si sente il ricorso a una produzione più oculata: con l’aiuto di Niccolò Contessa de I Cani ha fatto la differenza in sede di arrangiamento e cesellatura del suono. Dicevo di “Gaetano” che, insieme a “Cosa Mi Manchi A Fare”, sembra posta in apertura per abbattere anche il più smaliziato tra gli ascoltatori. Le melodie sono molto dirette e catchy, volutamente sopra le righe quasi alla maniera di un Antonello Venditti in modalità slacker, ma aggiornato ai nostri tempi malandati; le parole risultano a un primo ascolto sconclusionate e naïf, ma alla fine paiono frutto di un modo di osservare e vivere il mondo dal proprio, personalissimo, punto di vista. Il resto del disco veleggia con costanza e buona efficacia descrittiva verso lidi dove si appoggiano cantautorato riflessivo (le malinconiche “Limonata” e “Le Barche”) e sghembo allo stesso tempo, mentre in “Frosinone”, oltre alla consueta malinconia, si fa notare pure un qualche cosa di epico. Inserite il tutto in uno squat invece che nei soliti club alla moda e il gioco è fatto. Calcutta sa il fatto suo, Bomba Dischi (Adriano Viterbini, Lamusa) pure e infatti nel frattempo ha cercato di farlo “sfondare” il più possibile con passaggi su Repubblica, varie interviste, persino un affollato ed estemporaneo act per le strade di Bologna. Poi è chiaro che solo il tempo e nuovi album potranno dirci se questo giovane menestrello dallo sguardo sveglio ha svolto bene il proprio compito di “solista da cameretta” (rigorosamente sfatta e con i dischi di tanti outsiders del pop, e non solo, in bella vista sulla libreria). Intanto godetevelo così com’è.

Tracklist

01. Gaetano
02. Cosa Mi Manchi A Fare
03. Intermezzo 2
04. Milano
05. Limonata
06. Frosinone
07. Intermezzo 1
08. Del Verde
09. Dal Verme
10. Le Barche