Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

BUSHI, Bushi [+ full album stream]

Va bene, ne prendo atto. Il livello di una parte del made in Italy musicale si è notevolmente alzato, fino ad avvicinarsi tantissimo a standard internazionali che solo qualche anno fa sembravano parecchio lontani. Era difficile ma non impossibile, e se a dirlo è uno che ha guardato sempre con sospetto alla scena nazionale, spesso disdegnandone i prodotti per manifesta inferiorità, la cosa assume un peso particolare che sa di rivincita nei miei confronti, e ne sono contento! Band come Bushi e Ufomammut guardano negli occhi quei gruppi che ieri tanti altri guardavano dal basso, imitandoli o addirittura idolatrandoli.

Ok, gli Ufomammut probabilmente li conoscerete già da un po’, mentre i Bushi sono una novità, e che novità! Powertrio marchigiano composto da musicisti parecchio attivi nel panorama nazionale, è all’esordio discografico in questi giorni con quest’album omonimo che fa immediatamente centro! In una sola parola diremmo crossover, ma per spiegare effettivamente di cosa si tratta siamo obbligati a corredare la definizione generica con i dovuti aggettivi e i riferimenti vari. La faccenda infatti non è così semplice, anzi è piuttosto complicata, almeno quanto un alternative-math-rock magnetico e incessante, il cui soggetto “lirico” e iconografico è totalmente incentrato sui samurai.

L’intricata architettura del riff-system è il fulcro del progetto Bushi. Caratterizzata da una complessità che richiama vagamente i Meshuggah, si distingue anche per suoni e drumming vicini a Shellac ed Unsane. Influenze piuttosto distanti, ma accomunate da una logica simile del songwriting, in pratica onnipresente in quest’album.

Dunque, i tre di Porto San Giorgio ci spingono in un labirinto il cui tracciato è in costante evoluzione, illudendoci di poter individuare facilmente una via d’uscita… invece ci ritroviamo al centro ogni qual volta s’insinua dentro di noi la convinzione di essere giunti alla fine. Ci mettiamo a correre, rincominciando ogni volta da capo, ma venirne fuori è ardua impresa, e i samurai ci braccano! La nostra unica chance è affidarci alla voce chiara, molto simile a quella di Jason Shi (ASG), che recitando una specie di mantra ci indica la via di fuga. Una volta all’esterno, però, ci viene subito voglia di tornare dentro.

È davvero un buon esordio quello dei Bushi, anche per quanto riguarda la produzione, molto curata, e la durata, che rientrando nella mezz’ora non appesantisce il lavoro. L’unico limite è forse nella ripetitività di alcune scelte e soluzioni in riff e arrangiamenti vocali, ma per la verità la cosa conferisce un effetto ipnotico che potrebbe non entusiasmare ma nemmeno dispiacere.

Mi mangio il gomito per essermi perso la loro esibizione nella prima giornata del Frantic Fest, spero mi capiti un’altra occasione nel prossimo futuro.