BUIOINGOLA, Il Nuovo Mare
Il mondo, o meglio il non-mondo dei Buoingola, è costruito attorno alla desolazione. Intorno al disagio. Dentro appunto a un buio mentale e psichico che pochi sono riusciti a descrivere al meglio attraverso la musica. Quest’album, uscito postumo dopo lo scioglimento della band, è un compendio di claustrofobia e instabilità, giocate su strutture proto black metal e post-punk, contornate da melodie algide e sinistre, e atmosfere apocalittiche che sfociano nel noise rock più marcio ed estremo. Se già con il primo album Dopo l’Apnea questo gruppo di Viareggio aveva dato segni di squilibrio mentale, con Il Nuovo Mare c’è la conferma che la sofferenza bipolare è estremizzata, testimonianza ne è “Irriconoscibile”, dove retaggi industrial e rumori poco raccomandabili si mischiano nella fluidità di arpeggi chitarristici che ricordano i Killing Joke del primo disco e con le litanie vocali dei compianti Nenia del disco La Casa Del Dolore. In “Attesa” richiami elettronici dark wave annunciano la resa del genere umano, con un incedere ipnotico quasi mantrico che dà il benvenuto “Eclisse”: si tratta del pezzo più cupo e destabilizzante del disco, in pratica in poco meno di cinque minuti si viene catapultati in un turbine di emozioni che lacerano il cuore, in un susseguirsi di passaggi che vanno dal doom più pesante attraversando il black metal più gelido e matematico dei Krallice, sempre facendo molta attenzione sulle melodie di chitarre che toccano ed emozionano.
È un peccato che i Buioingola – dopo aver creato questo piccolo gioiello che sa scavare dentro la nostra anima – abbiano preso la decisione sconsiderata di porre fine alla loro esistenza. Il mondo, o meglio il non-mondo, dei Buioingola è esploso in un milione di piccoli frammenti rumoristici così belli da splendere per l’eternità più dannata.