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BUFFALO GRILLZ, Manzo Criminale

Manzo Criminale

Non paghi dei danni fatti ai tempi del debutto, Grind Canyon, gli all-star del grind tornano a colpire con ancora più determinazione e faccia tosta, a cominciare dai titoli delle diciotto rasoiate (venti se si contano anche intro e outro) che compongono Manzo Criminale, alcuni dei quali assolutamente degni del Pulitzer per la demenza. Al solito, non esistono testi, presenti però in guisa di strani geroglifici nel booklet, non si fanno prigionieri e si spinge l’acceleratore al massimo, in un’orgia di nichilismo sonoro che rasenta il parossismo, il che non vuol dire che si tratti di un disco monocorde o statico, perché i Buffalo Grillz sanno inserire variazioni, fuori-programma e campioni cinematografici al punto giusto per spezzare l’andatura e tenere sempre ben viva l’attenzione dell’ascoltatore. In particolare, i quattro musicisti dimostrano ancora una volta una padronanza tecnica e una dimestichezza con l’estremismo sonoro a dir poco impressionanti, tanto da permettersi di giocare con i cliché e gli standard del genere con disinvoltura quasi sfacciata. Non si tratta, questo va da sé, di un album per cuori pavidi o stomaci delicati, ma di un lavoro dedicato a chi sa divertirsi a cavalcare l’estremismo sonoro e sa scorgere al suo interno le molteplici sfaccettature di cui questo può rendersi protagonista, siano esse death, core o persino black nell’incontenibile “Dimmu Burger”. Il piano è chiaro: divertirsi e divertire, stemperare il nichilismo iconoclasta del genere prediletto alla luce di un concept del tutto sopra le righe e palesemente auto-ironico, con buona pace dei tanti finti-cattivi che la vita quotidiana ci costringe a incontrare. I Buffalo Grillz sono gli imbucati che ti rovinano la festa di compleanno, gli ospiti ubriachi che toccano il culo alla sposa durante il banchetto nuziale, l’A-Team del grind, ma anche la migliore risposta possibile a chi considera certi lidi mera cacofonia gratuita. Manzo Criminale è come una scatola a sorpresa che non finisce mai di stupire e che riesce a tirare fuori anche un autentico colpo di scena chiamato “Delitto Al Blue Grind”, per non parlare della hit per l’Estate “La Canzone Del Sale”. Se, però, non si riesce a scorgere il genio in un titolo come “Dawson Crick”, forse è meglio lasciar perdere…

Tracklist

01. Intro
02. Linkin Pork
03. Forrest Grind
04. Lapo Elgrind
05. Manzo Criminale
06. Gux&Gabbana
07. Bufalismo
08. Sacro e Scrofano
09. Dawson Crick
10. Impovvisation Intuition Casaccium
11. Dimmu Burger
12. Grind Sasso
13. Il Marchese del Grill
14. Vision Divan
15. Il delitto al Blue Grind
16. Sermoneta Chainsaw Massacre
17. Eau De Vergogn
18. Pig Floyd
19. The Truffer
20. La canzone del Sale
21. Outro