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BUCK, Subterranean Explorations

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Forse non si direbbe, ma Alessandro Stefanio in arte Buck viene dalla bella Otranto, nel profondo Salento. Non che il fattore geografico sia l’unico marcatore della situazione (Stefanio è uno che negli ultimi dieci anni ha girato molto, dal Cocoricò ai templi di Berlino), ma la sorpresa – se così la si può chiamare – nasce dall’ascolto della sua nuova uscita, Subterranean Explorations: quattro brani che, prese le giuste misure, più nordici non si può.

L’ep segna il secondo traguardo di Substrato, etichetta gestita dallo stesso Buck, ed è passato per il mastering del solito Neel presso l’EnissLab. Il lavoro grafico, che non a caso presenta in copertina una montagna innevata attraversata da linee orizzontali, è invece opera di Ignazio Mortellaro, fratello di Luca in arte Lucy. Già l’incipit di “Ambient Progression” stabilisce le coordinate senza troppo indugiare, là dove una fitta coltre brumosa viene aggredita da una cassa in 4/4 che pare uscita dagli abissi. Non dissimile è la successiva “Atmo 003”: non fosse per la sua brevità, sarebbe se possibile ancor più ipnotica. Difficile non pensare alla deep-techno di casa Prologue, e anzi il riferimento va agli ep più impattanti dei Voices From The Lake, che proprio sull’etichetta tedesca pubblicarono il loro eponimo capolavoro. “On Board”, ad aprire il secondo lato, stende una nebulosa ambient di puro incanto celestiale, una beatitudine a cui nemmeno il duo olandese Artefakt – ospitato nell’apposito remix – sa rinunciare, pur ricorrendo a una sezione ritmica piuttosto muscolosa e a certi trucchetti vagamente trance-inducing. Qui è di puro mestiere che si tratta, e come tale va apprezzato. Sempre ammesso non cerchiate il “nuovo” a tutti i costi, beninteso.

Tracklist

Lato A

01. Ambient Progression
02. Atmo 003

Lato B

01. On Board
02. On Board (Artefakt Remix)