BUCK CURRAN, No Love Is Sorrow
Proveniente dal Maine, territorio di confine tra differenti culture quali la nativa Wabanaki, quella inglese e quella francese, Buck Curran è stato membro co-fondatore insieme alla ex moglie Shanti del duo Arborea, dedito ad introspezioni liriche acustiche: reminiscenze di un folk antico ristorate da una nuova anima, grazie a un lavoro di songwriting intimista e dettagliato che sfocia nella galassia psych-folk contemporanea.
I flussi di energie lo hanno portato a vivere da qualche anno Italia, dove ha intrapreso un percorso solista denso di sfaccettature, trovando un equilibrio personale tra folk, acoustic ambient e cantautorato.
No Love Is Sorrow è il terzo album solista di Curran; si apre con “Blue Raga”, che con gentili tocchi liberi di chitarra ci fa entrare nel mood del disco, rivelandoci la forza sotterranea che lo guida, una costante ricerca meditativa nel fluire del momento.
Le composizioni che si susseguono come un lento, ma perpetuo dondolio di un’altalena, ci aiutano a completare il tableau immaginario di Curran, alchimista nella visione prima ancora che nella esecuzione dei brani.
È eclatante come l’aspetto narrativo ed il cantato, a differenza del precedente semi-strumentale Morning Haikus, Afternoon Ragas siano imprescindibili, veicolati da una poeticità esistenzialista (“Odissea” e “Chromaticle”), fortificandosi (“Ghost On The Hill”) e liberandosi tra tormenti e requiem (“War Behind The Sun” e “Marie”).
La tracklist è solida e innesca un processo di trasmutazione delle varie possibili influenze di riferimento, se così si può dire, regalandoci un insieme omogeneo ed organico, una storia delle storie, richiamando tanto il folk nordamericano più obliquo e visionario (Sandy Bull), quanto quello britannico (Basho, Jansch), rimodellando pattern chitarristici (e di pianoforte) secondo un linguaggio personale e ormai ben riconoscibile. Album che consolida Buck Curran tra i musicisti/cantautori più interessanti del panorama in questione.