BOLOGNA VIOLENTA, Cortina
Il progetto Bologna Violenta ci ha abituato negli anni a continui cambi di prospettiva e ha sempre portato in dote ai suoi lavori una forte dose di coraggio nello sperimentare che ha di volta in volta toccato la scrittura, i temi trattati, l’assetto interno e oggi la scelta di abbandonare la chitarra e i riff di scuola grind per affidarsi a un accostamento di strumenti inusuale, ovverosia batteria, violino e pedaliera per organo. Questo proprio per andare oltre il prevedibile e tentare di abbattere una cortina di pregiudizi e luoghi comuni. A ciò, nel dare le coordinate del lavoro è necessario citare il richiamo nei titoli dei brani al lavoro di uno sperimentatore ormai assurto a patrimonio della scena musicale quale Demetrio Stratos, proprio per la genialità dimostrata nello spingere la voce oltre i dogmatici canoni del bel canto verso una dimensione nuova di strumento tra gli strumenti. Da questi input, nasce un insieme di schegge, piccole sperimentazioni, in un solo caso superiori al minuto e spesso addirittura alla metà di esso. Degli spunti, più che delle vere composizioni, degli sprazzi di idee a gettare luce sulla mente dei due musicisti coinvolti e sulla loro visione di una possibile via di fuga dal consueto, come in una tavolozza da cui attingere i colori o meglio una libreria di suoni e soluzioni, potenziale rampa di lancio (o trampolino come quello di Cortina riportato nell’artwork) da cui magari partire per i prossimi lavori. Per ora, ci si possono godere le dieci tracce dell’ep, un lavoro apprezzabile nella sua interezza come un unico fluire o da mandare in loop per individuarne i dettagli e i preziosismi tecnici di cui è disseminato. Una nota, una battuta, sembra facile detta così, ma a tirarne fuori un disco come Cortina ce ne vuole.