BLOODTRUTH, Obedience
Dopo il promo omonimo del 2012 e il singolo “Summoning Of The Heretics”, i Bloodtruth debuttano sulla lunga distanza con Obedience, pubblicato da Unique Leader Records, etichetta sempre più specializzata nella produzione di gruppi death metal di estrazione underground. Non fa eccezione in questo senso la formazione umbra, emersa nel corso degli anni grazie a una considerevole attività concertistica, che con l’album d’esordio sviluppa nel senso della continuità gli spunti interessanti già presenti a livello embrionale nelle autoproduzioni precedenti. La tecnica strumentale è gestita in modo molto misurato, controllato e contribuisce a creare un’atmosfera sacrale di distacco malsano e opprimente. Invece, l’idea d’inserire intere porzioni di canti ecclesiastici, non solo a mo’ di intro, ma integrandole nel tessuto musicale (“Subvenite” e “Suppurating Of Deception”), accresce la sensazione di partecipare a una liturgia straniante e malefica, dal grande impatto suggestivo. In questo risiede l’originalità dei Bloodtruth, che riescono non solo a differenziare la loro proposta da quella degli altri gruppi di genere con brani ben strutturati senza essere troppo cervellotici, ma anche a tenere sempre viva l’attenzione dell’ascoltatore con soluzioni armoniche che aiutano a memorizzare l’intero album. Insomma, un death metal che riesce a fondere insieme partiture moderniste con altre più tradizionali, come dimostrano “Quench Your Thirst” e “Coerced To Serve”, e incentrato su riff chitarristici efficaci e incisivi. Le tematiche concernenti la cieca obbedienza degli individui nei confronti di valori religiosi imposti (“Surrounded By Blind Bigots”, “Obedience”) fanno da complemento a un disco molto profondo e dinamico. L’immagine di copertina. raffigurante un monaco assorto nella lettura, affiancato da due confratelli, si ricollega all’impianto narrativo che esprime una ferma condanna delle atrocità commesse dalla Chiesa nel corso dei secoli, tra crociate, conversioni forzate e roghi di supposti eretici, esempio classico Giordano Bruno, menzionato nel brano d’apertura.
Alla scena death metal italiana è a lungo tempo mancata un’identità forte rispetto a quelle europee, scandinave in particolare, ora invece si può dire che oggigiorno stia prendendo sempre più forma anche grazie a gruppi come i Bloodtruth.