BLITZKRIEG BABY, Kid’s World Ep
Come già ho avuto modo di sottolineare, Blitzkrieg Baby è uno dei mille progetti di Kim Sølve, metà di Trine + Kim, gli artisti che ci hanno disegnato il logo, di conseguenza, laddove qualcosa dovrebbe sembrarvi troppo benevolo, sappiate che in partenza c’è tanta stima da tanti anni nei confronti di queste persone.
Il sound dei Blitzkrieg Baby è un insieme di suggestioni provenienti da Laibach e dalla galassia Cold Meat Industry, così come i testi, che ereditano il sarcasmo e l’intento satirico di molti dei progetti di quest’area, almeno in questo caso senza possibilità di interpretazioni inquietanti (a meno che qualcuno non pensi che desiderino realmente armare dei bambini). Questo ep in cassetta (di 40 minuti, però!) raccoglie tracce sparse per compilation o altro, che non sono finite sull’esordio Porcus Norvegicus, più quattro inediti. Si tratta di materiale che suona molto pulito (a differenza dell’approccio lo-fi di molti degli ispiratori dei Blitzkrieg Baby) e cinematografico, provvisto di percussioni marziali e spunti “neo-classici” come manco i Puissance, più in generale di ritmiche tanto familiari a chi ascolta industrial quanto buone. Il vocalist passa dallo spoken word a declamazioni quasi power electronics e persino a un mezzo rap, sorprendendoci poi con una ninna nanna terrificante (“Broken Child”), per la cui interpretazione sembra essersi ispirato a Genesis P-Orridge. Si chiude addirittura con un pezzo che anni fa sarebbe stata una hit minore nei circuiti dark.
I “sottogeneri” dai quali i Blitzkrieg Baby attingono sono tanti, ma nulla apparirà nuovo a chi è appassionato di certe musiche, anche se due o tre variazioni sul tema ci sono. Secondo me qui si parla soprattutto di amici che si divertono suonando cose che hanno più o meno sempre ascoltato, e in passato, in alcuni casi, anche già fatto (Babyflesh). La mano, in effetti, è ferma, e il sorriso opportunamente beffardo. Non ho esagerato, visto?