BLIND RIDE, Too Fast For A Sick Dog
I Blind Ride sono un trio formatosi a Campobasso, con l’organico composto da ex-membri di Fronte Della Spirale, Necroprofanator e Defezione, che esordisce per Mastice Produzioni con questo Too Fast For A Sick Dog, un concentrato di energia ruvida e suoni sporchi che racchiude al meglio l’impeto e l’intuizione dei suoi autori.
Se infatti – per loro stessa ammissione – parliamo di un disco non troppo rifinito o “prodotto”, registrato senza particolari accorgimenti come click e trigger, proprio questo modo di procedere sembra rendere giustizia a un suono che guarda in faccia lo spirito dell’hardcore più genuino, libero nella sua espressività e non ancora legato a cliché o pregiudiziali di sorta. Può ricordare alcune uscite di casa Dischord, come anche le prime commistioni tra hardcore-punk e noise o la scena italiana anni Ottanta, almeno nella sua particolare reinterpretazione di quanto succedeva negli States. Insomma, il tutto brucia di energia grezza e desiderio di seguire la propria voglia di comunicare. Una frullata di rock’n’roll sghembo e sferragliare di chitarre noise, SST e Sub Pop, melodie della Revolution Summer e del Midwest, Scream e High Circle, condendo il tutto con testi introspettivi e voglia di correre senza una meta, solo per vedere dove si va a finire: ma è un correre metodico, non sguaiato, le idee sono chiare e le radici ben salde, dunque non si perde l’equilibrio lungo il tragitto fuori pista. Alla fine della corsa l’impressione è più che positiva, ammirando tutta la potenzialità di un progetto che non nasconde il suo amore per il passato e che, anzi, cerca spunto nella libertà da eccessivi formalismi propria di un certo periodo, lasciando il gruppo, privo di “zavorra”, alla piena esplorazione musicale. È certamente un inizio, un primo passo verso destinazioni ancora da stabilire; eppure, per paradosso, si arriva già ad un primo traguardo, ancor più gratificante perché raggiunto senza indossare scarpe tecnologiche o tute in grado di limitare l’attrito. A noi sembra di poter già intuire la scintilla che guizza sotto la cenere e ci appuntiamo il nome Blind Ride. In fondo… perché negare che certi suoni ci mancavano? Potrebbero rappresentare un nuovo spunto per progredire al di fuori dei soliti schemi o, perlomeno, così ci piace sperare che avvenga.