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BLAK SAAGAN, Se Ci Fosse La Luce Sarebbe Bellissimo

Se Ci Fosse La Luce Sarebbe Bellissimo. Invece Blak Saagan, all’anagrafe Samuele Gottardello, ha dato un seguito al suo album d’esordio-rivelazione del 2017, A Personal Voyage, elaborazione in note dell’esplorazione degli spazi celesti ispirata al lavoro dell’astronomo e autore di fantascienza Carl Saagan, addentrandosi in un’oscurità molto più vischiosa e materica, vale a dire quella della cronaca, dei fatti terreni-umani. Ne viene fuori un concept, sempre pubblicato da Maple Death Records in collaborazione con Kakakids, in doppio vinile con contributo testuale del sociologo Gianfranco Bettin, ancora una volta articolato e al contempo più sfaccettato. Organo Farfisa, drum mahine e sintetizzatori sono sempre al centro dell’ideazione, assieme a sporadici legni e vari effetti analogici. Dalla laguna di Venezia, non più proiettandosi però verso le stelle, bensì soffermandosi sulle pagine della storia italiana, nello specifico relativa al rapimento del 1978 dell’ex premier Aldo Moro da parte dei terroristi delle Brigate Rosse. Fornendo loro un’ipotetica colonna sonora, insomma, quasi in linea d’aria con l’operato di Bologna Violenta era Uno Bianca.

Assecondando un approccio tra library music, molta, e psichedelia più o meno cosmica, per via di ambient, drone, kraut, post-punk e tradizione poliziottesca (“Ore 9: Attacco Al Cuore Dello Stato”), Blak Saagan condensa l’amore per Alessandroni, Morricone, Umiliani, Goblin (“L’Uomo Incappucciato” si rifà alle partiture di Dawn Of The Dead), Carpenter (“Dietro La Prigione Del Popolo”) e Kraftwerk (“Achtung! Achtung!”) in una tesa girandola strumentale di episodi avvincenti, quando più atmosferici (“Convergenze Parallele”), quando più espressamente incalzanti (“Scuola Hyperion”, con i vocal di Lilian Chansard). Il suo sguardo, ad ogni modo, resta allucinato, allucinatorio e distopico, come se queste pagine della storia italiana fossero lette da un simbolico Rick Deckard. “Qui Saltano Le Pecorelle” elettriche.

I titoli dei brani, tredici, si riferiscono alle vicende intercorse dal giorno del rapimento di Moro a quello del ritrovamento del suo corpo nel bagagliaio di una Renault 4. In tutto, cinquantaquattro giorni di claustrofobia. In tutto, settantaquattro minuti di claustrofobia. Armato di torcia e piombo, pronto a rivelare gli esiti della missione segreta, Blak Saagan proietta il suo film, tratto appunto da una vicenda vera che ha segnato un’epoca, e lo sonorizza. La musica, adesso, è altrettanto vera e contribuisce a segnare positivamente il nostro anno in corso.