BLAK SAAGAN, A Personal Voyage
Il riferimento a Carl Sagan, astronomo e scrittore di fantascienza americano, e titoli come – pesco dal mucchio – “Cavalcando La Cometa 67P”, “Miliardi Di Galassie” o “Atterraggio Su Enceladus” lasciano pochi dubbi circa le tematiche svolte in questo personale viaggio a nome Blak Saagan. Dietro lo pseudonimo si cela il veneto Samuele Gottardello: lo abbiamo già ascoltato nei panni di Second H. Sam grazie a un nastro firmato MyOwnPrivateRecords e alla raccolta “Nostra Signora Delle Tenebre” (qui era alle prese con una riuscita rivisitazione, particolarmente calda e appiccicosa, de “Ultimi Cannibali”, brano di Nico Fidenco composto per uno degli episodi della saga di Emmanuelle).
A Personal Voyage si configura invece come un omaggio di Gottardello alla fantascienza e a certe atmosfere che potremmo definire retrofuturiste: servendosi solamente di un organo Farfisa, di una drum machine e di un vecchio sintetizzatore, Blak Saagan sposa la library a cavallo fra anni Sessanta e Settanta col motorik e le dilatazioni tipicamente kraute. Gottardello cita fra i suoi ispiratori il recentemente scomparso Alessandroni, Macchi e Umiliani, ma a me piace accostarlo a compositori più marginali, per certi versi non meno interessanti, che proprio a partire da un arsenale di suoni ridotto davano vita a straordinarie fughe in avanti: mi viene in mente Farlocco (Stefano Torossi o chi per lui) in Tecnologia o Amedeo Tommasi in versione Di Jarrell. Il punto debole dell’operazione forse risiede nella durata eccessiva dei pezzi, dieci per quasi novanta minuti complessivi: la forza della musica per sonorizzazioni, infatti, stava proprio nella capacità di sintesi, di trattare una tematica, di tratteggiare scorci in maniera efficace in poco più di due minuti. Gottardello, in preda a suggestioni kraute, è propenso alla reiterazione di temi e motivi e tende all’ipnosi, gioco che a volte riesce, altre risulta poco sostenibile.
A Personal Voyage è pubblicato su nastro dalla bolognese Maple Death Records.