BESTA, Eterno Rancor
I portoghesi Besta sono attivi dal 2012 e condividono parte della line-up con Redemptus e Sinistro, nomi che non devono però ingannare su quale sia lo stile prediletto da questi autentici terroristi sonori con all’attivo già nove uscite tra dischi in solitaria e split. A differenza delle band-madri, infatti, gli autori di Eterno Rancor non amano indugiare su tempi lenti e strutture ampie, al contrario sono fieri portabandiera di un caustico mix tra grind e hardcore punk, giocato sull’alternanza tra parti velocissime e stacchi più ritmati, in cui non è difficile intuire un amore profondo per la vecchia scena hc. Non a caso, oltre a chiudere il nuovo album con una riuscita cover dei Bad Brains, si sono già in passato cimentati con omaggi a Dag Nasty e Crucifix, oltre ovviamente a riannodare i fili con la violenza sonora di Spazz e Napalm Death. Il nuovo lavoro, in uscita per la Lifeforce Records, innalza ulteriormente il livello delle ostilità con un grind tecnico e dai suoni chirurgici, ma al contempo ricco di pathos e con un occhio sempre teso alle variazioni necessarie per rendere più incisivo e fruibile l’insieme. Il risultato finale è uno dei dischi di genere più a fuoco e riusciti degli ultimi anni, in grado di farsi apprezzare anche se si muove all’interno di un linguaggio che ha visto la sua esplosione nello scorso millennio e di cui si è ormai detto tutto e il contrario di tutto. A donare un sapore particolare e aggiungere personalità al lavoro concorrono anche i testi in lingua madre dal forte taglio politico, che sembrano voler creare un ponte con l’attitudine local tipica della scena hardcore, oltre a un amore malcelato per il genere horror (con tanto di disco intitolato John Carpenter nel 2014). In mezzo a tanti concorrenti più o meno storici, più o meno blasonati, Eterno Rancor riesce ad imporsi e ad attirare a sé anche chi di questi suoni si è sempre cibato, un fattore che ci permette di indicarlo come uno dei dischi consigliati in questa apertura di anno. A buon intenditore…