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BENOÎT PIOULARD, The Benoît Pioulard Listening Matter

Benoît Pioulard (l’americano Thomas Meluch) si è affermato nel corso di dieci anni in cui ha quasi sempre pubblicato per un’istituzione indipendente come Kranky (questo è il sesto album con l’etichetta di Chicago). Pioulard da un lato è un cantautore pop molto bravo, dall’altro è un manipolatore di suoni e field recordings: mettendo assieme queste capacità dà vita a dischi nei quali chitarra – spesso acustica – e voce scompaiono e riappaiono in una specie di nebbia ambient, portandoci in una zona alterata che si trova (classicamente) a metà tra sonno e veglia. Come Grouper o Jessica Bailiff affascina ascoltatori diversi, probabilmente anime gentili e con la testa per aria, ed è in grado di fondere le sue personalità in una sola, ma questo non significa che sia sempre identico a se stesso, perché in questo caso, ad esempio, mi sembra esca di più fuori come interprete tradizionale che come “sound artist”, con una manciata di buone canzoni e poi qualche intermezzo solo atmosferico dei suoi, per una mezzora di ascolto assolutamente piacevole. Kranky scrive che questo è un album dedicato a chiunque stia cercando di allontanarsi dai propri demoni e che è frutto di un periodo di sofferenza, dunque la positività di questi pezzi, al netto di una certa melanconia,  è una sorta di reazione al mal di vivere, e credo che Thomas lo lasci spesso intendere nei testi fino all’ultimo, ascoltate “The Sun Is Going To Explode But Whatever It’s Ok”, leggerissima e con tanto di handclapping.