BECOMING ANIMAL + DEBIT + KLARA LEWIS & NIK VOID + YUKO ARAKI, 3/11/2023
Roma, Hacienda.
Se a Roma negli scorsi anni si sono visti in anteprima anche europea musicisti e performer in ambito elettronico, avant-jazz, underground (da Moor Mother a Mira Calix) questo è dovuto in gran parte alla programmazione di un locale, il Klang, che ormai da un anno ha purtroppo chiuso i battenti, e al lavoro straordinario di Cristiano Latini, che proprio di quel club, aperto, apertissimo (i concerti tutti gratuiti), era mente ed anima. Di Cristiano è facilmente disponibile in rete una intervista dell’ottobre 2022 al web mag Zero dove spiega il perché della fine di quell’esperienza, togliendosi anche numerosi sassolini dalle scarpe. Il vuoto che ha lasciato alle spalle il Klang è ben noto al pubblico più curioso e spericolato della Capitale, ma da qualche mese il marchio Klang è ritornato spavaldamente a proporre in varie venue musiche eterodosse.
All’Hacienda, grande locale di Roma Est, nella serata del 3 novembre ha avuto luogo il terzo evento legato a “Klang Pangea”.
Sul palco Becoming Animal, misteriosa, magnifica creatura di Massimo Pupillo (basso elettrico, elettronica) e Cinder Flame Sharp (regia video e soprattutto voce), occasione questa più unica che rara, visto che le ultime produzione firmate Cindytalk sono esclusivamente strumentali. Ai due si aggiunto per l’occasione Abul Mogard (il musicista romano Guido Zen), con in suoi synth modulari, così che è stato possibile riproporre in parte il repertorio di quel caleidoscopico oggetto sonico che fu A Distant Hand Lifted, mastering di Lorenzo Stecconi, uscito nel 2017: live intenso, pubblico mesmerizzato, super Sharp, Pupillo in palla, il che fa ben sperare per una prosecuzione del progetto Becoming Animal, aumentato da collaborazioni esterne che impreziosiscono ulteriormente il suo panel sonoro.
Dopo c’è stato il set cimiteriale, sia detto senza offesa, dell’artista statunitense Debit: nell’oscurità moccoli elettrici tremolavano ai lati del laptop per una 40ina di minuti di doomy electronic music, tratta in gran parte dall’ultima uscita, The Long Count. C’è a chi questo piace, nonostante l’intenzione e l’impeto decisamente savonaroliano del tutto: “mo’ me lo segno”, avrebbe esclamato qualcuno!
Poi è stata la volta di Klara Lewis & Nik Void: una suite composta da 17 variegate e brevi miniature soniche, con citazioni che andavano dal post-punk ai maestri del catalogo Mego (a cui tra l’altro Klara e Nik sono affiliate). Miniature in parte digitali, in parte analogiche, in sequenza matematica.
In chiusura la musicista giapponese Yuko Araki: pianista classica, si è poi dedicata all’improvvisazione radicale non disdegnando il mondo dell’elettronica ambient più stralunata, passando da varie label specializzate come l’indonesiana Gerpfast, la nostra amata Commando Vanessa fino ad approdare alla Room40 di Lawrence English. Nella notte di Pangea ha presentato il nuovo capitolo, post-End of a Trilogy, IV con caratteristiche che spostano su un versante poliritmico la sua originale ricerca performativa ricordando anche per l’uso della voce la conterranea, magnifica pioniera, PHEW.
Il dj set di Cosimo Damiano ha chiuso in gloria mentre fuori la bufera imperversava.
I prossimi appuntamenti dedicati a musicisti provenienti dall’Iran, dalla Turchia, dalla Svezia e dalla Grecia sono presentati sul sito di Pangea (il nome della rassegna indica il desiderio di riunire luoghi e persone in un solo centro comune, ancestrale, che possa in qualche modo rappresentare l’umanità).
Auguri di cuore al Klang.