BAUSTELLE, 19/2/2013
Bari, Teatro Team.
Quest’anno il Ghironda Winter Festival è inaugurato dalla prima data di un evento importante e atteso. Bari, Roma, Firenze e Milano, infatti, sono state le città scelte per dare il via al tour di Fantasma. Disco impegnativo e primi live act ancora più impegnativi. La sfida, per queste date, è quella di presentarsi nei teatri con un’orchestra completa (l’Ensemble Simphony Orchestra), guidata dal maestro Enrico Gabrielli, in modo da riproporre al meglio la vittoriosa sfida “orchestrale” di Fantasma. Ingresso placido, con l’orchestra che si sistema sulla sinistra del palco e poi, via via, Diego Palazzo (fondamentale per i cori e le strutture chitarristiche), Alessandro Maiorino, Paolo Inserra, Sebastiano De Gennaro, Ettore Bianconi, seguiti da Claudio, Rachele (quasi fissa al pianoforte) e Francesco, che si sistemano seduti e in religioso silenzio. Le “prime” non sono mai facili da affrontare, ma, evidentemente, le prove e la guida di Enrico hanno facilitato quest’ottima performance, suggestiva e priva di sbavature. La buona acustica del Teatro Team ha poi contribuito alla resa di suoni caldi e pieni, un impatto sinfonico capace di dispiegare potenza e pienezza meglio che su disco. Ottimo interplay tra gruppo e orchestra, quindi, capace di restituire anche la profondità del registro baritonale di Francesco, sempre più bravo nel gestire una vocalità ormai marchio di fabbrica. Per quanto riguarda la scaletta, quasi del tutto riproposto Fantasma. Si parte con “Il Futuro” (probabile scelta programmatica) e l’intensità emotiva è vibrante e cresce con Rachele protagonista assoluta di “Radioattività” (come lo sarà di “Monumentale” e “L’Aeroplano”). “Nessuno” è ancora più umbratile e ricolma d’amore, “Il Finale” è superiore alla sua versione in studio, in quanto resa meno enfatica, con la chitarra di Diego Palazzo a dettare il crescendo dell’orchestra. Le complesse armonizzazioni di ogni pezzo risultano, quindi, ancora più evidenti dal vivo (ad esempio “Il cambi la tonalità, La bemolle passi al Re” viene eseguita davvero mentre è cantata), nonostante tutto sia anche più naturale e fluido. È così pure per “Diorama”, “La Natura” e “Contà L’Inverni”. Funzionano le versioni rivedute e corrette di “Piangi Roma”, “Il Sottoscritto” e, soprattutto, de “Il Corvo Joe”. Ha fatto poi piacere ascoltare la cover di “Col Tempo” (centrata anche dal punto di vista tematico), mentre, insospettabile, il secondo bis stupisce e meraviglia più del primo: “L’Estinzione Della Razza Umana” si trascina la parte finale di “Fantasma (Titoli Di Coda)”, più tirata e psichedelica che nel disco, trovando terreno fertile nelle possibilità live di “rockeggiare” al meglio. E alla fine ti capita di apprezzare ed emozionarti pure per “Charlie Fa Surf” (personalmente, mai gradita oltre un certo limite), anch’essa in versione orchestrale. Certo, è qualcosa che ha tutte le carte in regola per risultare fuori luogo e pacchiano, ma funziona eccome, con i meriti da dividere equamente tra il gruppo e il maestro Gabrielli. E poi, per un po’, “Andersene Così”, ti lava i fantasmi di dosso che, tra gli applausi e il tripudio finale, si sono fatti più piccoli e meno spaventosi di quanto lo siano ogni giorno.