BALDRUIN, Mosaike Der Imagination
La cosa che trovo interessante di Quindi Records è che regolarmente riesce a produrre ed a valorizzare talenti storici attinenti a ciò che ho ascoltato negli anni ma a me pressoché sconosciuti. Così facendo mi apre porte su universi corposi e mirabili che chissà se avrò mai il tempo di approfondire.
Intanto per ora mi spedisce nelle profondità di Baldruin, progetto del bavarese Johannes Schebler che si districa in 17 brani tra folk reale e immaginario e che sembra uscire direttamente dalle pagine di “The Wilder Mann” di Charles Fréger. Intitolato mosaico dell’immaginazione, il disco ci permette di introdurci nel suo flusso senza pensare troppo a cosa sia tradizione, mistificazione o volo pindarico in questa musica, fatto apprezzabile dacché collocarla sarebbe quantomai complesso. C’è una tensione quasi arcaica, favolistica che rimanda a tempi dove una direzione era necessaria. Ma qui siamo a luci basse, le creature si muovono e i suoni emessi sono terreni e magici. Un disco inutile da descrivere con parole che non rendono l’effetto. Se proprio però volessimo spararne una, potrei raccontare che “Blick Nach Drüben” spedisce i Goblin in una wunderkammer a suonare carillon, e spero vi basti. Ma ci sono anche zufoli che riecheggiano di pascoli acidi, ogni brano è un viaggio a sé e un mosaico caleidoscopico.
Frammentario, non semplice da seguire ma abbagliante per mole e varietà, quasi una library folder con cui mettersi alla prova per interpretare movimenti ed espressioni. Piuttosto e anzichenò, direbbe il Lord H. G. Wells di sclaviana memoria e noi a The New Noise non possiamo che confermare, per questa vibrante e psichedelica coperta di Linus.