Azathoth (A Cryo Chamber Collaboration)
Simon Heath è stato chiaro: questa è una collaborazione, non azzardatevi a chiamarla raccolta o compilation, altrimenti finirete in pasto alla terrificante bestia tentacolare della copertina. È una follia coinvolgere tutti questi progetti? A quanto pare no, e se vi sembravano troppi gli artisti nel precedente Cthulhu, qui ora sono ben ventitré, e alcuni sono già passati su queste pagine: Kammarheit, Atrium Carceri e Sabled Sun, Dronny Darko, Alphaxone, Apócrýphos e il nostro Aseptic Void. Per chi propone dark ambient H.P. Lovecraft e Edgar Allan Poe sono certezze assolute e solide ispirazioni da cui partire, più o meno come i poemi di Baudelaire e Verlaine stanno a ethereal e darkwave. Due ore in compagnia di questo genere opprimente e tenebroso, per chi non è preparato, possono sembrare interminabili, ci vogliono il mood e l’atmosfera giusta, quella grigiastra e crepuscolare, ma questa è una regola universalmente riconosciuta, valida perfino quando si ascolta in automobile. Ho tentato di carpire i passaggi dove ciascun artista ha contribuito inserendo la propria firma: non ci sono riuscito, il che significa che il lavoro è andato davvero bene, nonostante non vi siano chissà quali novità sonore. Ho percepito però il soffio gelido della morte, l’attesa di un’imminente catastrofe batteriologica, l’odore della putrefazione e l’alito maleodorante del mostruoso Azathoth avvicinarsi: una volta intrappolati dai suoi tentacoli, si è avvolti da una secrezione collante e corrosiva che incomincia a far vermicolare la carne rendendola una poltiglia repellente e disgustosa. Ben riuscito il grido della disperazione dalle sfumature industriali e funeree, oltre che i successivi vomiti metallici che ribollono e poi fuoriescono dal ventre della bestia aliena nel finale del secondo capitolo. Per come è stato ottimamente assemblato, Azathoth lo classificherei come una sorta di nave scuola per reclute che intendano inabissarsi in queste sonorità: in dark we trust!