AUTRENOIR, s/t
Paul Régimbeau (aka Mondkopf, Extreme Precautions) e Grégory Buffier (cioè metà dei Saåad) hanno unito le forze. È una collaborazione che va avanti già da tempo e alla fine si è concretizzata in un progetto autonomo: Autrenoir. E il progetto è veramente autonomo, perché ha poco a che fare con quello che i due musicisti francesi hanno proposto finora: non le atmosfere crepuscolari dei Saåad, non l’ambient dell’ultimo lavoro di Mondkopf né il blast beat di Extreme Precautions. L’elemento di continuità è la cupezza, una “passione nera” che con gli Autrenoir si esalta ancora di più.
La techno non “sfonda” mai, c’è un perdersi controllato, all’insegna del perturbante. La violenza è sottile, cresce dall’interno. Le 5 tracce si basano sull’intreccio tra drum machine, chitarra, effetti e field recordings (questi ultimi donano un tocco industrial ben percepibile). I suoni sono cristallini, non c’è confusione, solo sovrapposizioni. Si procede per sinistri avvicinamenti per poi salire di intensità. I lamenti della chitarra di Grégory (dal sapore black metal) si fondono alla perfezione con l’elettronica e contribuiscono a creare i momenti più lirici e espressivi.
Hypnos, a cui sono dedicate ben due tracce, è la divinità greca del sonno (fratello gemello di Thánatos): l’atmosfera di questo ep è effettivamente allucinata, un viaggio al di là della coscienza, nel corso del quale si incontra qualcosa d’inquietante…
Passando per “Ether” (etere) e “Fange” (fango), arriviamo all’ultima traccia, “Dédale”, che è diversa da tutte le altre: non c’è la drum machine che perfora le orecchie, ma una melodia melanconica che risuona, un commiato. Il labirinto è dentro o fuori di noi? In ogni caso, le tonalità scure della chiusura sembrano suggerire che non ci sia uscita. Buonanotte.