Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

AUS, Fluctor

Circa un anno e mezzo dopo lo splendido Everis torniamo a parlare di Aus, progetto del talentuoso Yasuhiko Fukuzono, che in Fluctor elabora delle note originariamente concepite come accompagnamento a delle immagini, trasformandole in musica da camera con il proprio piano e il violino di Takahara Kumi davanti al resto. Oltre allo strumento aus opera come compositore e vero e proprio direttore d’orchestra, per un posto con molti elementi che riescono a dare il meglio di sé con sobrietà ed eleganza. È musica che si espande elegantemente, prendendo a sé elementi classici e folk, come attesta la voce di Meg Baird in “Dear Companion”. Il distacco dal precedente disco è enorme, si stenta a riconoscere la forma sonora di aus, ma se ne percepiscono tocco ed eleganza, sempre presenti. In “Stipple Realm” sembra di seguire il volo di una farfalla sulle dita di Takahara, mentre dei lievi field recordings fanno capolino in “Slim” tra le lente effusioni strumentali, scoperchiando la natura cinematografica e panoramica del lavoro. Quella di aus è musica toccante ed atmosferica, nella quale perdersi significa ricalibrare i propri ritmi per muoversi eleganti paesaggi appena mossi dalla luce e dal vento, in immagini evocative senza mai essere melense né soverchianti. Struggenti, come in “Lutt”, didascalici nel loro essere a servizio dell’umore necessario, come un reparto di library music a poter commentare le diverse emozioni e momenti. Una musica che amplifica e illumina il nostro mondo interiore, lasciandoci esposti alle note e ai tormenti. Fluctor è un disco che segna una direzione molto diversa ed altrettanto sorprendente di aus, musicista che continueremo a seguire con molta attenzione.