AUN, Fiat Lux

AUN

Nuovo disco per Martin Dumais e la compagna Julie Leblanc, quella che a un certo punto ha trasfuso un po’ del suo sangue nel progetto Aun, convertendolo con synth e altro (sommati alla chitarra di partenza) a una specie di elettronica spaziale e sognante, sempre tangenziale all’ambient. In buona sostanza, quasi sempre davanti a chi ascolta ci sono infinite distese fatte del suono soffice delle tastiere, scosse di tanto in tanto da percussioni chiaramente artificiali e purtroppo non molto incisive. A volte l’insieme sembra il cielo in piena luce (appunto), a volte – scurendo un po’ il suono – una galassia lontana. Il pezzo migliore di un album spesso di maniera è proprio “Fiat Lux”, perché la punteggiatura ritmica è incisiva e tagliente, in affascinante contrasto col sostrato diafano di voce, synth e chitarra. Dopo, piano piano, il gioco si fa scoperto e, nonostante la durata intelligentemente contenuta e il mestiere eccelso dei due, l’interesse cala.