ATOMIC AGGRESSOR, Sights Of Suffering
Nel 2009 uscì per Iron Bonehead una compilation chiamata Retrospectiva Al Metal Chileno, un documento estremamente interessante che conteneva tutta una serie di pezzi di gruppi thrash/death metal cileni tratti da cassette uscite verso la fine degli anni Ottanta. Un manifesto che la dice(va) lunga sulla prolificità della scena metal di un Paese magari periferico geograficamente e snobbato da molti, non privo però di qualità. Alcuni gruppi hanno avuto la possibilità di beneficiare di una distribuzione più larga: Death Yell, Necrosis e i grandiosi (per me) Torturer, gli ultimi due tra l’altro presenti sulla suddetta compilation. I Torturer, poi, sono stati fra i pochissimi a non sparire mai nel corso degli anni. Altre band hanno avuto l’onore di veder raccolti i propri vecchi demo contestualmente a un ritorno (o prima o dopo) sulle scene, accompagnandolo persino con nuove uscite: Totten Korps e Atomic Aggressor appartengono a questa seconda categoria. La compilation degli Atomic Aggressor è stata pubblicata nel 2008 ed è ancora facilmente recuperabile sia su vinile sia su cd: mostrava una formazione alle prese con un death/thrash grezzo e violento come il Sud America ci insegna spesso. Gli Atomic Aggressor targati nuovo millennio, dopo i singoli split con Unholy War e Death Yell (ancora loro), si presentano infine con un full-length di death metal discretamente à la page e dal suono più internazionale. Registrazione molto più pulita e pompata e delle coordinate che a me fanno pensare inevitabilmente ai Vader. Quindi death molto violento, classico ma comunque al passo coi tempi. Sights Of Suffering è molto godibile, la ricetta d’altra parte è stata provata da molti prima e con successo, magari si è giusto un po’ persa la particolarità del suono legata alla provenienza geografica, dovuta forse anche a una forma di isolamento all’epoca. Oggi il villaggio è globale e anche il death metal che vi si suona, quindi più di tanto non ci si può lamentare. Voto: io il disco lo consiglio, penso che si sia capito di che death metal si tratti, chi vede nei Portal i maestri contemporanei del genere forse non sarà d’accordo con me.