Assalti Frontali. Ogni persona è una storia
Assalti Frontali. Ogni persona è una storia.
Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, chi faceva musica in ambito underground mostrava una voglia incendiaria di raccontare storie, di parlare di quello che sentiva attorno. È stato anche il caso dei romani Assalti Frontali, che nascono in una metropoli che, tra i tanti problemi che la affliggevano, aveva visto crescere a dismisura in particolare l’uso dell’eroina (per la verità quel fenomeno s’era propagato con forza in tutta la nazione già qualche anno prima) e che a un certo punto decide di reagire mettendo sul piatto una rinata militanza, voglia di protestare e un certo piglio autorale, non ultimo un approccio più consapevole all’usodelle droghe. In principio fu l’Onda Rossa Posse, crew nata in seno alla storica Radio Onda Rossa: ne facevano parte, oltre a Militant A, il produttore Ice One (poi nei Colle Der Fomento) e Castro X, celebre il brano-manifesto “Batti Il Tuo Tempo”. Da quella breve esperienza – che trovava tra i sostenitori coloro che avevano occupato le aule di alcune Università italiane col movimento studentesco della Pantera (1) – Militant A si unisce a Testimone Oculare e Sioux, facendosi aiutare dai Brutopop per quanto riguarda la parte strumentale, ed incominciano a mettere su una serie di dischi che definire esperienze di vita è poco. Da qualche mese la Goodfellas ha ritenuto opportuno ristampare i primi due album della loro carriera, che ho riascoltato con grande piacere e anche con una certa curiosità, lo confesso, dato che si tratta di lavori ancora oggi peculiari e vivi, e per fortuna o purtroppo ancora “attuali”.
Terra Di Nessuno (1992, autoproduzione)
Terra Di Nessuno è l’album d’esordio, siamo nel 1992, e la traccia che gli dà il titolo ci racconta della desolazione del Nomentano, quartiere situato a Nord-Est della città, di un incendio e di una forte vicinanza a certi luoghi della giovinezza, e lo fa utilizzando una formula che coagula rap e cantautorato che a distanza di quasi trent’anni ormai lascia ancora il segno. “Assalto Frontale” è un perfetto mix tra heavy-rock à la Rage Against The Machine (il merito va proprio ai Brutpop, autori di un piccolo gioiellino come La Teoria Del Frigo Vuoto) e il rap più cazzuto, non a caso c’è l’ospite e ormai desaparecido Lou X. Spicca pure “Mai Soli Per Il Mondo”, che è un vero e proprio calcio nei denti dove si affronta ancora il tema della droga, della gestione delle dipendenze in generale; “Baghdad 1.9.9.1” ha tutta l’urgenza del pezzo che nasce da una riflessione sulla guerra del Golfo (ospiti i Sud Sound System), mentre “La Nostalgia E La Memoria” è il racconto struggente di un militante. La malinconia della periferia cinge come una cintura troppo stretta e asfissiante il corpo di “Terra Di Nessuno”, chiude infine “Gocce Di Sole” come a dare un po’ di luce a questo viaggio duro, poetico e passionale che è il primo e sofferto parto della band di Militant A. Ascoltandolo per intero, può venire in mente anche il film d’esordio di Matteo Garrone, “Terra Di Mezzo” (1996), pellicola divisa in tre episodi nei quali si affronta il tema dello sfruttamento dei migranti in una Roma che campa a testa bassa, sempre triste e rabbiosa. Come tristi e rabbiose sono le parole di Militant A.
Conflitto (1996, Il Manifesto)
23 anni fa, invece, usciva il secondo disco della band romana. Lo stile è ormai inconfondibile, le chitarre spadroneggiano, qui il ruolo dei Brutopop è ancora più decisivo, il flow si affina inevitabilmente e Militant A si dimostra ancora parecchio ispirato. Siamo di fronte a uno tra i migliori esempi di rap italiano (assieme ai Sangue Misto e al già citato Lou X) che in questo caso si mescola felicemente con le chitarre fugaziane dei soliti amici, lo dimostra la notevole “Devo Avere Una Casa Per Andare In Giro Per Il Mondo”, e non è un caso che in sede di mixing ci sia un certo Don Zientara, l’uomo del suono di casa Dischord (e dei Fugazi, naturalmente). “Verso la Grande Mareggiata” è pura poesia metropolitana, ma livida e disillusa, che affronta il sempre problematico tema delle tossicodipendenze, sto aspettando l’onda, navigando nell’asfalto, mentre in “Conflitto” il tiro hardcore-punk ricorda una molla che vaga impazzita per le strade della città: è un brano duro e disperato questo, la stessa sorte tocca alle volute hardcore di “HC”. Conflitto è pubblicato per la sezione dischi del quotidiano Il Manifesto, che oltre agli Assalti Frontali, in circa dieci anni di attività darà voce, tra gli altri, anche ai loro “cugini” AK47 (proprio con Castro X degli Assalti) e a Sud Sound System, Daniele Sepe, Lalli, Fluxus, Ardecore, Yo Yo Mundi.
Poscritto
La band ha proseguito (per fortuna) il suo percorso artistico, tra nuovi dischi, numerosi concerti e i libri di Militant A. Il tragitto degli Assalti Frontali è sempre stato contraddistinto da lucida consapevolezza e lotta politica. Avercene tanti, di gruppi così.
(1) C’erano centomila persone alla manifestazione nazionale a Piazza del Popolo quando il Rap prese il potere per alcuni intensi minuti. Quel ritmo battente veniva dai fratelli neri, dai discendenti degli schiavi che si erano alzati nei ghetti per trasformare la loro vita di perdenti emarginati in un’opera d’arte. E questo era il messaggio che portava con sé la Pantera. Urlavamo al microfono “Batti Il Tuo Tempo”. E sta sicuro fratello, sta sicura sorella, che lo battiamo ancora.” Dal sito della band.