ASOFY, Percezione

Asofy

L’ultima volta che si era sentito parlare di Asofy era stato qualche anno fa in occasione dello split con Sleeping Village, un altro di quei progetti underground che nel tempo forse sono rimasti fin troppo sottovalutati. I due di Milano si ripresentano ora più in forma che mai con un nuovo album, che si muove dalle derive di quello split per spostarsi verso dimensioni più profonde e variegate, spogliandosi pure di una certa pesantezza sonora che poteva dare al tutto un pericoloso effetto stagnazione. Nel complesso il disco appare scritto con mano attenta e sa distinguersi per le vibranti linee di chitarra, capaci di formare un suono intriso di melodie minimali. Queste melodie abbracciano tutti e quattro i brani, permeandoli di una luminosità soffusa che filtra di volta in volta con modi e quantità leggermente differenti. Non mancano tuttavia i punti deboli: stranamente una delle poche cose che sembra essere fuori posto è proprio l’uso della voce, non tanto per le sue sporadiche apparizioni, piuttosto nei toni, che non si conciliano granché con il comparto strumentale, mentre alcuni pezzi peccano di ridondanza nei momenti in cui i loop si protraggono per più tempo del dovuto. A conti fatti lo si potrebbe quasi definire un disco post-black metal, dato che l’evoluzione intrapresa dal gruppo lo ha inevitabilmente portato al superamento di quanto fatto in precedenza (da cui comunque non si separa in maniera radicale). Le grida rauche, gli indurimenti metallici, il mood a tratti decadente sono tutti elementi importanti che arrivano da un passato vissuto e mai dimenticato, diversamente da quelle band che mutano anche radicalmente pur di adeguarsi alle tendenze. 

Gli Asofy proseguono per la loro strada senza sentire il bisogno di stravolgersi e stupire ad ogni costo, dando vita a qualcosa di maturo e personale che permette loro di raggiungere un’intensità finora solo accennata.

Tracklist

01. Luminosità
02. Saturazione
03. Ombra
04. Oscurità