ASHCLOUD, Kingdom Of The Damned
Ashcloud è un progetto che si divide tra la Svezia e l’Inghilterra, un duo che (con l’aggiunta di un batterista session man) vuole rendere omaggio alla scena svedese di fine anni Ottanta e inizi anni Novanta. Encomiabile come sforzo, ma il risultato lascia un po’ perplessi.
Il gruppo confeziona dieci pezzi veloci e brutali, ma che faticano a decollare. Il tutto, infatti, suona piuttosto piatto e insipido, privo di quel mordente e di quel lampo di genio che contraddistingueva i capisaldi ai quali si ispirano.
La velocità di esecuzione c’è, il growling pure, ma il lavoro viene affogato da una registrazione eccessivamente moderna e da una melodia di fondo invadente. Non è chiaro dove vogliano andare a parare. Per esempio, il suono delle chitarre non è paragonabile a quello downtuned di una band come gli Entombed di “Left Hand Path”, né tanto meno a quello di gruppi come Carnage, Grave e Unleashed.
Con questo non si vuole affermare che stiamo palando di un album da buttare, tutt’altro. Ci sono diversi spunti interessanti, però era auspicabile ascoltare qualcosa che ricalcasse quei meravigliosi dischi usciti, in alcuni casi, oltre venti anni fa. Ma prima di passare oltre, provate a dargli un ascolto.