ARIEL PINK’S HAUNTED GRAFFITI, Mature Themes
È vero, Ariel è maturato. Meglio, è maturato artisticamente e non in senso del tutto positivo.
Non è un caso che dell’assurda sbornia hypnagogica siano rimasti in pochi, quelli dotati di personalità: lo stesso Ariel, Toro Y Moy e Neon Indian, grossomodo. Senza impantanarsi in ulteriori distinzioni o diversificazioni di genere, nessuno di loro ha poi davvero prodotto capolavori e non ne produrrà, nonostante abbia fatto parte dello Zeitgeist musicale degli ultimi anni. Non è possibile neanche considerare del tutto pop Mature Themes, inferiore a Before Today e pure al percorso lo-fi hauntato (in tempi non sospetti, è vero) che ha condotto Ariel sino a qui. In questo caso la sensazione da “polpettone” (comune a tutti i dischi di questo non-genere) è sempre lì, ancora più insolente perché capace di tagliare il fiato alle canzoni. Quasi del tutto bandite le chitarre a manovella del disco precedente, il campo è preda di strati su strati di tastiere, ulteriore impulso retromaniaco che ha stufato e accentua la mancanza di sintesi. Innumerevoli stimoli, quindi, sparigliati a creare opposizioni e contrasti a guisa di parvenza d’originalità e sfoggio di (posticcia) cultura omnicomprensiva. Dentro Mature Themes ci sono Bowie, le vocine all’elio, guizzi di glam, folk sgangherato, tanta plasticosità e pochi appigli con melodia che uccidono. Dopo un po’ di ascolti ci si diverte pure, solo che il cielo dipinto a pastello si sta riempendo di nuvole grigie di gomma.
Tracklist
01. Kinski Assasin
02. Is This The Best Spot?
03. Mature Themes
04. Only In My Dreams
05. Driftwood
06. Early Birds of Babylon
07. Schnitzel Boogie
08. Symphony Of The Nymph
09. Pink Slime
10. Farewell American Primitive
11. Live It Up
12. Nostradomus & Me
13. Baby