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ARCHGOAT, The Luciferian Crown

The Luciferian Crown

In un mondo in cui i valori religiosi a volte traballano, ci sono alcuni gruppi che hanno come missione quella di sconfiggere il cristianesimo, in ogni sua forma. Tra questi, come non citare gli Archgoat.

La band finlandese si forma molti anni fa, nel lontano 1989, in un periodo in cui il black metal non è ancora finito sotto ai riflettori per le storie di cronaca che tutti conosciamo. Al contrario di molte altre formazioni storiche, si sciolgono in uno dei momenti migliori per il loro genere (nel 1993), per poi riemergere undici anni dopo. Con il debutto Whore Of Bethlehem e col successivo The Light-Devouring Darkness riescono a guadagnarsi uno spazio più che dignitoso nella scena, nel momento in cui si sta creando dell’hype attorno al cosiddetto “war black”. Questo nuovo The Luciferian Crown prosegue lungo il tracciato: la produzione è migliore, il sound complessivo è rimasto lo stesso delle uscite che già conosciamo, quindi un black/death con la chitarra massiccia e il cantato che è quasi un growl. Gli episodi maggiormente interessanti sono quelli in cui il trio presenta qualche idea in più, vedi l’iniziale “Jesus Christ Father of Lies” e la cadenzata “The Darkness Has Returned”. Nell’insieme non ci sono novità rilevanti, la scelta è quella di proporre uno stile personale ma senza alcuna evoluzione. In compenso, dopo quasi trent’anni di carriera lo standard qualitativo è sempre alto. È difficile rimanere sempre gli stessi ma dare comunque dei risultati di un certo livello: loro ci riescono e non intendono fermarsi. Grazie a una formula ormai consolidata e a degli espedienti per rendere dei riff semplici molto più efficaci (vedi le campane o il coro fatti con le tastiere), la musica si riempie di pathos nelle fasi più lente (vedi “The Obsidian Flame”), prima che ripartano blastbeat e marciume. È prezioso il contributo di Diabolus Sylvarum dietro al synth, che troviamo anche nella title-track. 

Una cosa è certa, se non vi sono mai piaciuti gli Archgoat, questo album non vi dirà proprio nulla. Non c’è l’intenzione di conquistarsi un nuovo pubblico, ma solo quella di rimanere coerenti e di continuare la propria strada. Se invece siete dei fan sfegatati, qua troverete del pane per i vostri denti. Preparate alcol e occhiali da sole, vi troverete presto coinvolti in questa nuova dose di blasfemia finlandese.