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ARCHGOAT + BAPHOMET’S BLOOD + LECTERN + CIORAN, 8/12/2017

Roma, Traffic.

Da diverso tempo a Roma suonano dei nomi che anni fa nessuno si sarebbe mai sognato di poter vedere da queste parti: se nel 2016 è stata la volta di Deströyer 666 a settembre e Absu a dicembre, ora è il turno degli Archgoat. Il gruppo finlandese è un must per sempre più persone, anche fuori dal giro black metal.

Questa di oggi è la seconda serata del Goatvomit Festival, evento iniziato il 1° dicembre con Impiety e Necrowretch. Ad aprire le danze ci sono i Cioran, band padovana che ci propone un post-hardcore con diverse influenze black. Li avevo visti anni fa quando vennero a suonare all’ormai defunto DalVerme con una line up diversa. Devo dire che li ho trovati molto migliorati da allora: pur essendo senza basso, dimostrano una maturità stilistica degna di nota. Ci offrono diverso materiale tratto dal loro ultimo album, Bestiale Battito Divino, uscito per la celebre Avantgarde Records. Dopo di loro tocca ai Lectern, che accompagnano il trio scandinavo nelle date italiane. Il loro è un death metal che come principale riferimento ha i Deicide ma è molto pacchiano. Sono una band molto prevedibile e noiosa e i pezzi sono tutti molto banali. I riff, scontati, non sembrano andare oltre il terzo tasto sulla tastiera di basso e chitarra. Una performance che si dimentica in fretta e facilmente. Per fortuna dopo ci sono i Baphomet’s Blood:  la band marchigiana è, senza ombra di dubbio, il simbolo dello speed metal italiano. Sono un quartetto a due chitarre, ma questa sera si presentano come trio con solo una di queste, suonando per intero tutto il loro primo disco Satanic Metal Attack più qualche altro pezzo dall’ultimo In Satan We Trust (come “Whiskey Rocker”). Loro live sono un’assoluta certezza pure in tre: li ho visti centinaia di volte e non hanno mai deluso. Hanno un sound molto potente, motorhead-iano fino al midollo e molto incisivo. La loro esibizione termina con la cover di “Overkill”, di più non si potrebbe chiedere.

Dopo un soundcheck interminabile, arriva il turno degli Archgoat: il trio è al massimo della forma, molto statico dal punto di vista della presenza scenica ma impeccabile da quello esecutivo. La chitarra si sente leggermente bassa, ma i suoni tutto sommato sono accettabili. Il repertorio suonato stasera è vario, con pezzi come “Lord Of The Void”, “Blessed Vulva”, “Hammer Of Satan” e “Goddess Of The Abyss of Graves”. Non ci sono molti spettatori stasera, ma tutti a fare headbanging e pogare. Il set è un po’ corto (solo 50 minuti) ma molto serrato, con mai un secondo di noia. Gli Archgoat si dimostrano una band professionale e questa sera il loro concerto è stato molto bello. Dispiace un po’ che il Traffic non abbia registrato un’affluenza degna di un nome come il loro: era prevedibile, ma come si dice in questi casi “la gente non sa cosa si perde”. Evento black metal dell’anno, almeno tra quelli romani.