ARABIA SAUDADE / CAVEIRAS, Split [+full album stream]

CAVEIRAS

Desordem e regressão

Divisi da trecento chilometri di distanza, il trio milanese degli Arabia Saudade e quello fiorentino dei Caveiras lasciano idealmente questo Paese per andare a farsi un viaggio in Brasile, nazione affascinante e contraddittoria per eccellenza. Lo split unisce due delle realtà più folli dell’odierno panorama underground italiano, mondo costellato da personaggi di varia specie. La prima parte è tutta per il trio di casa Lepers, e sono sentiti omaggi all’indie-rock di matrice americana, ovviamente quello più cazzuto e matto, altezza Minutemen e Thinking Fellers Union Local 282 (“Dubai”), compreso quello più oscuro e dimenticato in fretta dalla storia ufficiale del noise, chi se li ricorda i Plainfield? In “A Dança Do Telégrafo” sembra di ritrovarli ma come persi nella foresta Amazzonica, nel frattempo hanno imparato in fretta il portoghese, lo dimostra l’isterica ballata acustica di “Grande Suceso”, già nel precedente Americ e qui in versione acustica, mentre l’immediatezza melodica di “Le Petit Senegallia” aggredisce le orecchie e non ti lascia più.

I Caveiras dal canto loro accelerano sulle ritmiche e non le mandano a dire con le percussioni e il cantato minaccioso di “Panis Et Circensis”, a un certo punto sembra quasi di ascoltare dei Sepultura più etnici e senza chitarre, mi auguro di non averla sparata grossa… stesso discorso per “Policia”, e già il titolo dovrebbe suggerirvi musica sugli scudi e guerriglia urbana, ed è proprio cosi. Chiude “Divino Maravilhoso”, pezzo piuttosto complesso nel suo svolgimento e che porta a casa una melodia che si fa ricordare.

Potete ascoltare lo split qui in esclusiva per una settimana e vi conviene farlo.