APÓCRÝPHOS / KAMMARHEIT / ATRIUM CARCERI, Onyx
Collaborazione a tre in casa Heath: l’oscurità analogica e fredda delle gigantesche grotte disegnate da Kammarheit si combina con la stratificazione sacrale ed emotiva di Apócrýphos e il pulsare ritmico del basso drone e delle desolanti note di piano di Atrium Carceri. Più o meno questo è quello che gli stessi autori dicono del disco. Può darsi, però, osservando la copertina (sempre preziosa di suggerimenti), ho come l’impressione che sia un lavoro volutamente malinconico e thriller, qualcosa che nasconda un fatto tragico e sanguinolento. Onyx è un romanzo noir, uno di quelli intriganti e sadici, la narrazione – con toni soffusi e spettrali – di una lunga serie di omicidi camuffati da suicidi per opera di un misterioso assassino alieno. Non c’è un lieto fine, il killer purtroppo non verrà mai scoperto, nonostante abbia lasciato in giro tutta una serie di indizi, compresa una minuscola macchia di sangue sopra una pietra d’onice, calcinata dalle fiamme dell’inferno e posta all’interno di una cava di uranio buia e abissale. Una buona e avvincente lettura, speriamo ci sia il seguito.